Sarri tira le orecchie alla Lazio: «Dopo la cessione di Milinkovic e la qualificazione in Champions...»
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Sarri tira le orecchie alla Lazio: «Dopo la cessione di Milinkovic e la qualificazione in Champions…»

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Sarri tira le orecchie alla Lazio: «Dopo la cessione di Milinkovic e la qualificazione in Champions…». Le parole del tecnico biancoceleste

Maurizio Sarri, ospite in diretta su Lazio Style Radio, ha fatto il punto sulla sua squadra, tracciando un solco netto tra la sua prima gestione in biancoceleste e quella attuale, e spiegando la natura della trasformazione tattica che la sua Lazio sta vivendo.

Il tecnico ha parlato senza filtri, descrivendo le diverse premesse e ambizioni dei due cicli e analizzando le caratteristiche di una rosa che lo sta spingendo verso un calcio diverso da quello che predilige.

Il paragone con la prima gestione

«Le situazioni sono diverse, quella era una situazione per fare un salto di qualità. La cessione di Milinkovic-Savic e l’ingresso in Champions League ci permetteva di fare un salto di qualità, la delusione è stata aumentata dalla sensazione che non si poteva fare quel salto di qualità. Qui non ci sono delusioni, lì c’era un’illusione diversa con delle premesse diverse. Io sono più adatto a una squadra di palleggio, ma questa è una squadra che vive di accelerazioni e deve aggredire gli spazi, lo stiamo facendo bene. Bisognerà vedere se con certe soluzioni troviamo equilibrio, se non lo troviamo è inutile fare due gol se poi ne subisci 2-3 a partita. Servono soluzioni, la situazione dei giocatori a disposizione ci costringerà a cambiare modulo. Abbiamo tanti rientri oppure dovremo cambiare qualcosa».

Le parole di Sarri sono una fotografia spietata della realtà. Ammette la sua preferenza per un calcio di palleggio, ma riconosce onestamente che la sua Lazio attuale ha caratteristiche diverse: è una squadra più verticale, fatta di “accelerazioni” e attacchi alla profondità. Una trasformazione che sta portando i suoi frutti in fase offensiva, ma che ora pone una sfida cruciale: trovare l’equilibrio.

Il Comandante è stato chiaro: è inutile segnare tanto se poi si subisce troppo. La sua ricerca, ora, è quella di una solidità difensiva che possa supportare questa nuova identità. E in questo, l’emergenza infortuni gioca un ruolo decisivo. Come ammesso dallo stesso Sarri, se non dovessero rientrare i tanti giocatori ai box, un cambio di modulo non sarà più un’opzione, ma una necessità inevitabile. Un’altra, ennesima, reinvenzione tattica attende la Lazio al rientro dalla sosta.

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