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Mattei: «La Lazio è dei tifosi, ma con Lotito sta diventando una Lazietta»

Mattei: «La Lazio è dei tifosi, ma con Lotito sta diventando una Lazietta». Le dichiarazioni del giornalista sulla situazione in casa biancoceleste
Le parole del presidente Claudio Lotito continuano a far discutere, alimentando un dibattito che va ben oltre i confini del campo. A dare voce al sentimento della tifoseria della Lazio è stato il cantautore Tommaso Paradiso, il cui sfogo è stato analizzato dal giornalista Stefano Mattei nel suo intervento a Radiosei. Mattei ha elogiato il messaggio dell’artista, criticando però la scarsa eco mediatica ricevuta e avanzando una tesi forte.
«Nelle parole di Paradiso c’è un aspetto particolarmente bello e uno particolarmente brutto: quello bello è la lettera che sottoscrivo, è il sentimento di buona parte dei tifosi laziali; la parte brutta è la scarsa risonanza che ha avuto. Quello che sta accadendo ha lo scopo di far diventare la Lazio una Lazietta, dando spazio all’altra squadra della Capitale».
L’analisi di Mattei si sposta poi sul rapporto tra il presidente e il popolo biancoceleste, con una riflessione amara ma potente sulla vera anima di un club. «Io credo che la verità stia venendo a galla: il presidente Lotito è il migliore per tutti, per tanti, tranne che per il popolo laziale. La Lazio è dei tifosi, come la radio è degli ascoltatori».
Infine, il giornalista riporta l’attenzione sull’unica cosa che ora può cambiare le sorti della stagione: il campo. La squadra è chiamata a una reazione immediata per non sprofondare in una crisi ancora più profonda. «Male a Como, reazione con il Verona; male col Sassuolo e sfortunati nel derby: auguriamoci che questa altalena di risultati faccia vedere una buona Lazio a Genova, altrimenti questa crisi di punti complica la situazione».
Le parole di Mattei fotografano un ambiente diviso e preoccupato, dove la critica alla gestione societaria si intreccia con la speranza di una svolta sportiva. L’appuntamento di Genova diventa così un crocevia fondamentale, non solo per la classifica, ma per il futuro emotivo di un’intera tifoseria.