Insulti tifosi Bari, la moglie di Castrovilli dencuncia
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Tifosi Bari, insulti via social ai giocatori dopo le delusioni in campionato. La denuncia di Castrovilli e la moglie Rachele: «Sono amareggiata, triste e schifata da questo»

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Tifosi Bari, insulti via social ai giocatori dopo le delusioni in campionato. La denuncia di Castrovilli e la moglie Rachele: «Sono amareggiata, triste e schifata da questo»

Un episodio gravissimo scuote il mondo del calcio e riporta al centro il tema dell’odio sui social network. Gaetano Castrovilli, ex centrocampista della Lazio e oggi in forza al Bari, è stato indirettamente coinvolto in una vicenda inquietante dopo il pareggio dei pugliesi contro l’Avellino.

A rendere pubblico l’accaduto è stata la moglie del calciatore, Rachele Risaliti, che ha condiviso sui social uno dei messaggi ricevuti, dal contenuto durissimo e inaccettabile:
«Che il cancro vi divori tutti, che i vostri figli e tutto ciò che avete muoiano».

Parole che vanno ben oltre il dissenso sportivo e che configurano un vero e proprio episodio di odio e violenza verbale.

Nel suo sfogo pubblico, Risaliti ha denunciato con fermezza il clima sempre più tossico che si respira online, spiegando come messaggi di questo tipo siano purtroppo diventati sempre più frequenti:
«Sempre più spesso si leggono commenti e messaggi di questo spessore. Troppi ultimamente. Uno schifo! Una vergogna! Il calcio dovrebbe essere un momento ludico e di divertimento, nonostante tutto. Sono veramente amareggiata, triste e schifata da tutto questo».

La moglie di Castrovilli ha inoltre fatto sapere di aver denunciato l’accaduto alla Polizia Postale, scegliendo di non restare in silenzio di fronte a un attacco così violento e personale. Un gesto importante, che punta a richiamare l’attenzione sul tema della responsabilità nell’uso dei social e sulla necessità di contrastare con decisione l’odio digitale.

L’episodio rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme: il calcio, al di là dei risultati e delle rivalità, non può e non deve mai diventare un pretesto per auguri di morte, minacce o insulti che colpiscono famiglie e affetti personali.

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