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Di Canio: «Sarri fa il furbone, ha il cuscino del blocco e se fallisce non è colpa sua»

Di Canio: «Sarri fa il furbone, ha il cuscino del blocco e se fallisce non è colpa sua». Le parole dell’ex attaccante biancoceleste
Il campionato di Serie A si avvicina e le analisi degli addetti ai lavori si intensificano. Tra le voci più dirette e senza filtri c’è, come sempre, quella di Paolo Di Canio. L’ex capitano e bandiera della Lazio, in una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, ha passato in rassegna le panchine dei principali club italiani, soffermandosi con particolare attenzione sulla sua squadra del cuore e sul clamoroso ritorno di Maurizio Sarri.
La seconda avventura del “Comandante” sulla panchina biancoceleste è iniziata in un clima complesso, segnato dalle note difficoltà societarie e da un mercato bloccato che costringe il tecnico a lavorare con una rosa quasi invariata. Un contesto che, secondo Di Canio, offre a Sarri una posizione tanto scomoda quanto, in un certo senso, privilegiata. Con la sua consueta schiettezza, l’ex attaccante analizza la scelta del tecnico toscano con uno sguardo critico, quasi da “avvocato del diavolo”, mettendo in dubbio le motivazioni della sua decisione e non risparmiando una stoccata sulle cifre dell’accordo.
Le sue parole, dirette e taglienti, fotografano una situazione ricca di sfumature, tra la stima per l’allenatore e il sospetto di una scelta dettata anche dalla convenienza.
«Se è bene o male bisogna vedere il tempo. Sarri è tornato dopo poco, e ha un grande cuscino: se fallisce non è colpa sua perché non gli hanno fatto il mercato. Ed è una posizione di privilegio, però mi fa pensare, perché lo stimo e sono convinto che se fosse successo qualche anno fa, avrebbe detto arrivederci, mi avete tradito. Adesso fa anche lui un po’ il furbone, certo a 2,8 milioni netti l’anno per due stagioni. Però lo dico perché mi piace fare l’avvocato del diavolo, credo anche che fosse una delle ultime possibilità per lui, era fermo. Di meglio però non poteva trovare e se gli rimane quella voglia…».