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Pisa Lazio, trasferta vietata ai tifosi biancocelesti: rabbia per lo stop improvviso e corsa contro il tempo per i rimborsi! La Curva Nord chiede chiarezza

Pisa Lazio, il CASMS blocca la trasferta a due giorni dal match: oltre mille tifosi penalizzati, la Curva Nord chiede chiarezza
Uno stop improvviso e tanta amarezza tra i tifosi della Lazio. A due giorni dalla sfida contro il Pisa, il Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive (CASMS) del Ministero dell’Interno ha deciso di vietare la trasferta ai sostenitori biancocelesti, motivando il provvedimento con «ragioni di ordine e sicurezza pubblica». Una decisione che ha scatenato la rabbia del popolo laziale, arrivata quando ormai i biglietti erano stati venduti e i piani già organizzati.
Come ufficializzato nella serata di ieri sia dal Pisa che dalla Lazio, i tifosi potranno chiedere il rimborso dei biglietti entro e non oltre le ore 20 di oggi, 30 ottobre, presso il punto vendita in cui è stato emesso il tagliando. I tempi ristretti e la comunicazione tardiva, tuttavia, stanno rendendo complicata la procedura per molti dei circa 1.150 sostenitori che avevano acquistato il biglietto, andato esaurito in appena mezz’ora.
Tifosi infuriati: “Provvedimento tardivo e ingiusto”
Come riportato dal Corriere dello Sport, la protesta non riguarda solo il rimborso del tagliando — del valore di 35 euro — ma anche le spese accessorie già sostenute: viaggi, pernottamenti, permessi di lavoro e altri impegni pianificati per una trasferta ormai saltata. In molti avevano organizzato un weekend lungo, ritrovandosi ora con tutto da cancellare e pochi giorni per recuperare i costi.
La Curva Nord ha espresso il proprio dissenso attraverso radio e social network, chiedendo un intervento diretto del presidente Claudio Lotito, anche nella sua veste di senatore, per ottenere chiarimenti dal Ministero dell’Interno. L’obiettivo è tutelare i tifosi laziali, penalizzati da un provvedimento giudicato tardivo e mal gestito.
Un vero contrordine dell’ultimo minuto che, oltre al danno economico, lascia l’amaro in bocca a una tifoseria pronta a sostenere la squadra anche in trasferta.