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Sarri e la rivoluzione tattica: dalla fedeltà al 4-3-3 alle nuove ipotesi per la Lazio
Sarri e la nuova rivoluzione tattica per le prossime partite: dalla fedeltà al 4-3-3 alle nuove ipotesi per la Lazio
Per oltre un decennio Maurizio Sarri, allenatore toscano classe 1959, ha costruito la propria carriera su pochi concetti chiave: difesa a quattro, un regista davanti alla retroguardia, due mezzali dinamiche e un tridente offensivo modellato in base agli interpreti. Una filosofia che ha dato vita al cosiddetto sarrismo, sinonimo di calcio organizzato, rapido e spettacolare. I numeri parlano chiaro: 525 partite consecutive tra Empoli, Napoli, Chelsea, Juventus e Lazio con questa ossatura tattica.
Oggi, però, le circostanze spingono Sarri a valutare una svolta. La Lazio, reduce da un avvio complicato e con un centrocampo ridotto nelle alternative, potrebbe presto abbandonare il tradizionale 4-3-3 per passare a un 4-4-2 o, più probabilmente, a un 4-2-3-1. Una scelta che rappresenterebbe una rottura con tredici anni di continuità tattica, ma che potrebbe restituire equilibrio e nuove soluzioni offensive.
Dall’Empoli al Napoli: la nascita del “sarrismo”
Per ritrovare un Sarri disposto a rinunciare al regista bisogna tornare al 2012-2013, la sua prima stagione all’Empoli. Dopo alcune prove iniziali, approdò al 4-3-1-2, sistema che segnò la svolta della sua carriera. Il vero salto arrivò però al Napoli, dove il 4-3-3 divenne marchio di fabbrica: triangolazioni strette, catene laterali e pressing alto entusiasmarono i tifosi e lanciarono giocatori come Marek Hamšík (centrocampista slovacco di grande inserimento) e Dries Mertens (attaccante belga trasformato in falso nove).
Chelsea, Juventus e Lazio: continuità e adattamenti
Al Chelsea, Sarri conquistò l’Europa League 2019 con un gioco brillante, pur tra difficoltà ambientali. Alla Juventus tentò di riproporre il 4-3-1-2, salvo tornare presto al 4-3-3, con Cristiano Ronaldo come terminale offensivo. Alla Lazio, dove ha ottenuto un secondo posto in Serie A, ha cercato di dare una nuova identità senza mai tradire i suoi principi.
La nuova sfida biancoceleste
Oggi il tecnico valuta un doppio schermo davanti alla difesa, soluzione che libererebbe trequartista e ali, garantendo maggiore copertura. Una mossa già sperimentata a gara in corso, ma mai adottata stabilmente dall’inizio. Potrebbe essere proprio questa deroga alla tradizione a ridare slancio a una Lazio in cerca di identità e risultati.