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Roma, Mancini ancora non ci crede: «Finale Budapest? Spesso mi svegliavo sognando di ribattere il rigore, quella finale resta una pugnalata»
Roma, Mancini non se ne fa una ragione: «Finale Budapest? Mi svegliavo sognando di ribattere il rigore, la finale resta una pugnalata»
Gianluca Mancini si è raccontato sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, mostrando il volto autentico di un uomo e di un calciatore che non smette di crescere. Ecco un estratto delle parole del difensore della Roma:
La gioia e il rammarico più grande? «Gioia sicuramente la vittoria della Conference: screditata da tutti, noi sappiamo quanto è stato difficile vincerla. Ripenso ai festeggiamenti, a tutta quella gente. Il dolore è invece Budapest, dove mi capitò di tutto: l’assist per il gol di Dybala, l’autogol che mi rotola sempre in testa e il rigore sbagliato, il primo calciato in vita mia. Spesso dopo mi svegliavo sognando di ribattere il rigore, quella finale resta una pugnalata».
È pronto invece a restare a Roma a vita? «Io qui sto bene, in città c’è un amore reciproco con i tifosi. Resterei molto volentieri, ma non voglio pormi ora il problema. Penso al presente, a migliorarmi. E a non smettere mai di imparare».
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