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Editoriale

L’obbligo di provarci, il dovere di crederci! Lazio, ora viene il bello…

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L’analisi di Dinamo Kiev-Lazio, ritorno degli ottavi di finale vinti dalla squadra di Simone Inzaghi per 0-2

Torna la vittoria, torna il sorriso, arriva la qualificazione. Come una logica conseguenza, la Lazio gioca in maniera spensierata, pur essendo obbligata a vincere e trova il risultato che le serviva. Uno 0-2 che non rende al meglio il gioco mostrato in campo. Partita dominata dall’inizio alla fine con il punteggio che poteva assumere dimensioni più rotonde. Strano, ma non troppo che con la quantità di palle gol create, le due reti arrivino entrambe da calcio d’angolo. I biancocelesti fanno valere la loro fisicità e sfruttano al meglio le palle inattive come spesso è accaduto in questi due anni di gestione Inzaghi. Partita perfetta, sotto ogni punto di vista. L’unico neo le tante occasioni fallite sotto porta. Nulla però da rimproverare ai ragazzi, protagonisti di una gara emozionante e da Lazio di un tempo. Quella in grado di dominare in ogni stadio d’Europa.

DOMINANTI – I biancocelesti partono da Roma con l’intento di dominare l’avversario e impedendogli di uscire dalla propria metà campo. Questo era il copione e così è stato recitato. Padronanza del campo assoluta dei ragazzi di Inzaghi, stabilmente con 10 maglie nella metà campo avversaria. La Dinamo chiudeva bene gli spazi, tenendo le linee di difesa e centrocampo molto strette. La Lazio non riusciva a trovare sbocchi con le invenzioni dei centrocampisti, allora si prova con il possesso palla continuo e verticalizzazioni improvvise. La prima è quella inventata da Luiz Felipe per Immobile che non va a terra sul tocco di Boyko, provando a concludere da posizione defilata. Quella è l’azione in cui è fotografata la partita e lo svolgimento che seguirà. Ciro si posiziona sul filo del fuorigioco, pronto a sprintare contro diretti avversari molto più lenti di lui e impacciati nell’uno contro uno. Il bomber sarebbe potuto diventare capocannoniere anche dell’Europa League nella gara di ieri, ma la serata non è delle più fortunate. Belli comunque i tocchi nello stretto con Felipe e Luis Alberto, con Leiva pronto ad imbucare da dietro. Sembrerà un’osservazione blasfema, ma senza Milinkovic la Lazio acquisisce più qualità e riesce a giocare meglio a calcio. Con Sergej nelle situazioni di difficoltà ci si affida spesso al lancio lungo dalla difesa per la sua testa, sapendo invece di non poter contare su di lui, si cerca sempre di giocare la palla dal basso. Senza contare che nello stretto Luis Alberto e Felipe forse sono leggermente superiori al serbo. Ovviamente servono tutti e tre in modo diverso e starà a Inzaghi trovare la quadratura giusta per gestirli. La forza della Lazio è anche questa: avere tante carte nel mazzo e sapere sempre quale pescare.

CREDERCI – L’urna di Nyon regala un sorteggio favorevole alla Lazio, se così si può dire quando si parla di quarti di finale. Quella da evitare assolutamente era l’Atletico Madrid e seppur con qualche brivido almeno per ora il pericolo Cholo è scongiurato. Sono stati lunghissimi quegli attimi in cui Abidal ha estratto i colchoneros che avevano la possibilità di prendere soltanto Sporting, Lazio o Salisburgo. Per una volta la fortuna sorride ai biancocelesti che possono concretamente arrivare tra le prime quattro della competizione. Le 10 partite giocate in Europa League hanno dimostrato che la squadra di Inzaghi è una delle migliori realtà di questo torneo, inferiore soltanto a pochi club ancora in gioco. L’altra da evitare era sicuramente l’Arsenal, ma con tutte le 6 restanti la Lazio se la sarebbe giocata avendo anche i favori del pronostico. A questo punto non esistono calcoli o turnover che tenga. Bisogna giocare per arrivare fino in fondo. Il campionato e la Champions da centrare sono importanti, ma una squadra con la storia della Lazio non può permettersi di snobbare l’Europa League. Il doppio impegno capiterà a una settimana dal derby (il ritorno a tre giorni dalla stracittadina), dove però anche la Roma dovrà far fronte al doppio impegno con il Barcellona. Andranno gestite le energie, ma niente paura. Una partita alla volta. Passo dopo passo, cercando un’impresa che turno dopo turno si fa sempre meno impossibile!

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