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Contestazione Lotito, tifosi della Lazio contro il presidente. Cosa è successo ieri sera?

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Contestazione Lotito, clima teso all’Olimpico nella prima stagionale

La prima gara stagionale all’Olimpico si è giocata in un clima teso e carico di malumore. Nonostante il successo netto contro l’Hellas Verona, la serata è stata fortemente segnata dalla contestazione della Lazio, portata avanti da una parte consistente della tifoseria organizzata, da mesi in aperto dissenso con la società e, in particolare, con il presidente Claudio Lotito.

Il malcontento nei confronti della gestione societaria non è una novità, ma durante l’estate si è ulteriormente intensificato. Il calciomercato insufficiente, condizionato da problemi di bilancio e da una progettualità giudicata incerta, ha alimentato una frattura ormai evidente tra la dirigenza e la piazza biancoceleste. La contestazione Lazio è quindi esplosa nuovamente con forza in occasione dell’esordio casalingo in campionato.

Già nel pre-partita, lo stadio ha fatto registrare segnali forti e simbolici. Tre striscioni di protesta sono stati esposti in diversi settori dell’Olimpico, ognuno con un messaggio ben preciso. In Curva Nord, cuore del tifo organizzato laziale, è apparso uno dei messaggi più diretti:
«Bisogna credere con dedizione in ciò che si fa, dovete obbedire al comando di chi è rimasto su quella panchina, avete l’obbligo di combattere per la Lazio e la sua gente. Non si faccia un passo indietro, non si ceda neanche un metro».
Un messaggio rivolto evidentemente ai calciatori, ma anche a tutto l’ambiente, con un chiaro invito a lottare per la maglia al di là delle difficoltà.

In Tribuna Tevere, altri due striscioni hanno rafforzato il clima di contestazione Lazio, questa volta con toni più riflessivi ma ugualmente critici. Uno citava Gabriele D’Annunzio:
«Saremo felici o saremo tristi, che importa? Saremo l’uno accanto all’altro. E questo deve essere, questo è l’essenziale».
Un richiamo alla compattezza tra tifosi, nonostante le difficoltà. Il terzo, più ironico ma pungente, recitava:
«Non vendo sogni, ma solidi bla bla», chiaro riferimento al linguaggio della dirigenza e alla percezione di promesse non mantenute.

La contestazione Lazio non accenna dunque a placarsi. La frattura tra tifoseria e società resta profonda e rischia di condizionare il clima della stagione. Il campo può aiutare, ma servirà molto di più per ricucire un rapporto sempre più logoro.

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