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Editoriale

Noi siamo ancora qua, eh già…

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L’analisi di Sampdoria-Lazio, partita vinta dalla squadra di Simone Inzaghi per 1-2, grazie ai gol di Milinkovic e Caicedo

Il ritorno alla normalità: dominio, vittoria, rigore non concesso. Polemiche scacciate via dal sinistro di Caicedo lungo una settimana. La sua settimana. Il Var è alle spalle di Felipe che a sua volta lo ha messo alle spalle di Viviano. Tre punti fondamentali, forse i più importanti dell’intera stagione. Dopo un derby perso e una partita come quella contro la Fiorentina, rialzarsi non era semplice. Ce l’ha fatta la Lazio, aggrappandosi al suo ‘salva-sergeJente’. Gol e azione solitaria strepitosa in occasione del raddoppio. Immobile e Luis Alberto hanno le polveri bagnate, allora tocca a lui tornare a vestire i panni del supereroe. Tornano i sorrisi a Marassi, lì dove tutti avevano pianto. Lazio perfetta lontano dall’Olimpico e micidiale in trasferta (unico stop con la Roma). Restano in alto i biancocelesti che scavano un solco tra loro e la Sampdoria. Personalità, carattere e cuore. Componenti che questa squadra ha dimostrato ancora una volta di non aver smarrito. Tutti uniti verso un solo obiettivo: restare in alto più a lungo possibile.

CONDIZIONE FISICA – Nelle ultime giornate si era palesato un calo atletico della squadra, ma ieri anche questo dato è stato sovvertito. Per tutta la partita i ragazzi di Inzaghi hanno mostrato un’ottima gamba, in modo particolare negli ultimi 15 minuti, quando la Samp è scomparsa dal campo e la Lazio ha preso possesso della loro metà campo. Globalmente il gruppo sta bene dal punto di vista fisico, ma più di qualche interprete sta accusando un calo fisiologico. E’ il caso di Immobile e Luis Alberto, che non stanno attraversando il loro miglior momento. Diverso il discorso per Milinkovic, in netta ripresa nelle ultime uscite. Miglioramenti costanti e spaventosi per Adam Marusic, il più continuo dell’ultimo periodo. Ogni qualvolta la palla arrivava al montenegrino la Lazio creava pericoli alla Sampdoria. Si è conquistato il posto ormai, diventando uno delle certezze in quell’unidici titolare che oramai assomiglia ad una filastrocca. Insieme alla condizione fisica è tornato il bel gioco, quello per cui la Lazio aveva fatto parlar di se da agosto. Vittoria meritata e che doveva arrivare non nel finale, ma molto prima. Insieme ai tre punti ecco che il successo porta anche l’iniezione di fiducia giusta e necessaria per affrontare un trittico di partite importanti da qui alla prossima sosta. La sconfitta nel derby e il pareggio beffa con la Fiorentina sono stati dimenticati. Ora la Lazio guarda avanti, verso le posizioni nobili della classifica.

DIFESA E ERRORI – Bene nel primo tempo, in difficoltà nella ripresa. All’inizio della gara la Lazio era in balia della Samp, partita a mille nel primo quarto d’ora. In quell’arco temporale sono andati molto in difficoltà i difensori costretti costantemente a giocare uomo contro uomo con i tre uomini offensivi blucerchiati. Crea molto la squadra di Giampaolo, ma Bastos, de Vrij e Radu riescono a reggere bene i duelli, giocando molto di reparto e aiutandosi tra di loro. Reparto che però non funziona nell’occasione del gol: l’errore non è solo di Bastos, ma di tutti o quasi: l’angolano si trovava momentaneamente al centro, mentre l’olandese si trovava a destra. Quagliarella doveva essere marcato dal numero 15 che però non è lesto a leggere la situazione e si fa scavalcare dalla palla. Fiuta il pericolo de Vrij che va su Quagliarella, lasciando però solo Zapata. Ultimo della catena è Marusic, lento nel percepire il pericolo e troppo largo in quella situazione. L’errore c’è, ma va sottolineata anche la grande azione, probabilmente preparata a tavolino dalla Sampdoria, squadra assoluta rivelazione e sempre vittoriosa in casa fino a ieri. Altro tabù sfatato con difficoltà giustificate. Non fermarsi adesso è il segreto di una Lazio senza limiti.


NO LIMITS
– La rivincita di Caicedo. La reazione del gruppo. Il sapersi rialzare dopo essere caduti più di una volta come mai prima. La Lazio risponde presente e manda un messaggio chiaro alle quattro che la precedono in classifica. Niente fuga, i biancocelesti restano aggrappati al gruppone e lottano contro tutto e tutti. Inutile ribadirlo, anche se ieri un altro torto era stato fatto. Eppure il vecchio cuore biancoceleste ha superato anche questa. L’immagine di Inzaghi che ricorda Maestrelli è l’emblema di come l’unità di intenti regni sovrana  all’interno di Formello. I tifosi abbracciano la squadra a fine partita e i calciatori ricambiano l’amore e l’affetto di chi macina chilometri con il sorriso, conscio di avere davanti agli occhi una delle migliori Lazio degli ultimi tempi. Merito del mister, della società e dei calciatori, ma ora non bisogna fermarsi. Quanto di buono fatto va alimentato, soprattutto nelle prossime partite contro Torino e Atalanta, due ostacoli non semplice da arginare. Il messaggio alle quattro davanti è stato mandato: chiunque voglia andare in Champions League dovrà sudarselo. Nonostante i torti, nonostante i rigori non dati, nonostante il Var, nonostante chi vuole vederci sprofondare; “Noi siamo ancora qua. Eh già…”

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