Lotito si affida a Voltaire sperando di segnare il gol più bello: quello della pace - Lazio News 24
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2015

Lotito si affida a Voltaire sperando di segnare il gol più bello: quello della pace

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Tutta Europa è rimasta sgomenta davanti alle immagini degli attacchi terroristici a Pargi e questo è il momento in cui bisogna ricordare le vittime con il proprio cordoglio. Anche il presidente Lotito nei giorni scorsi ha espresso la sua solidarietà verso le vittime di Parigi, adesso si affida a Voltaire partendo e prendendo spunto dal “Trattato sulla tolleranza” per l’editoriale che apre Lazio Style Magazine, rivista ufficiale biancoceleste. Il Corriere dello Sport ha riportato uno stralcio dell’editoriale: “Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo, ma a te, Dio, di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi: se è lecito che delle deboli creature, perse nell’immensità e impercettibili al resto dell’Universo, osino domandare qualcosa a te, che tutto hai donato, a te, i cui decreti sono e immutabili e eterni, degnati di guardare con misericordia gli errori che derivano dalla nostra natura. Fa’ sì che questi errori non generino la nostra sventura. Tu che non ci hai donato un cuore per odiarci l’un l’altro, nè delle mani per sgozzarci a vicenda: fa’ sì che noi ci aiutiamo vicendevolmente a sopportare il fardello di una vita penosa e passeggera. Fa’ sì che le piccole differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi, tra tutte le nostre lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole, tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opinioni insensate, tra tutte le nostre convinzioni così diseguali ai nostri occhi e così uguali davanti a te, insomma, che tutte queste piccole sfumature che distinguono gli atomi chiamati “uomini” non siano altrettanti segnali di odio e di persecuzione.

 

Fa’ in modo che coloro che accendono ceri in pieno giorno per celebrarti sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole; che coloro che coprono i loro abiti di una tela bianca per dire che bisogna amarti, non detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto un mantello di lana nera; che sia uguale adorarti in un gergo nato da una lingua morta o in uno più nuovo. Fa’ che coloro il cui abito è tinto di rosso o violetto, che dominano su una piccola parte di un piccolo mucchio di fango di questo mondo, e che posseggono qualche frammento di un certo metallo, gioiscano senza inorgoglirsi di ciò che essi chiamano “grandezza” e “ricchezza”, e che gli altri li guardino senza invidia: perché tu sai che in queste cose vane non c’è nulla da invidiare, niente di cui inorgoglirsi. Possano tutti gli uomini ricordarsi di essere fratelli! Abbiano in orrore la tirannia esercitata sulle anime, come odino il brigantaggio che strappa con la forza il frutto del lavoro e dell’attività pacifica! Se sono inevitabili i flagelli della guerra, non odiamoci, non laceriamoci gli uni con gli altri nei periodi di pace, ed impieghiamo il breve istante in mille lingue diverse, dal Siam alla California, la tua bontà che ci hai donato in questo istante». Dal trattato sulla Tolleranza di Voltaire.

 

Cari tifosi, care tifose della Lazio, e non solo, ho voluto condividere con voi questa “preghiera” di Voltaire, sperando che uniti, tutti, senza distinzione, si riesca a sconfiggere qualsiasi tipo di barbarie, e segnare il goal più bello: quello della pace tra gli uomini“.

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