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Lotito: «Investo su piazze che stimo. Contestatori? Bisogna…»

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Il proprietario della Salernitana, Claudio Lotito, prova a spegnere le voci di contestazione che sono esplose negli ultimi giorni

Claudio Lotito in questi giorni è duramente contestato a Salerno, ha avuto però il tempo nel primo pomeriggio di ieri di rilasciare un’intervista per la redazione di Granatissimi.Ottopagine: «Vi sembra mai possibile che investo fior di milioni per una piazza che non stimo? E’ evidente che abbiamo puntato su Salerno perchè conosciamo le potenzialità della tifoseria. In sei anni non ho mai parlato male della curva: è la nostra forza, danno la carica giusta ai calciatori, ci fanno scendere in campo come fossimo dei tori pronti ad azzannare l’avversario. Ringrazierò per sempre quelle persone che, insieme a noi, sono ripartite dal campionato di Eccellenza, rappresentando in ogni campo il dodicesimo uomo in campo. Non ho mai offeso la storia, anche se c’è qualche giornalaio che si diverte a creare una contrapposizione continua tra me e la tifoseria: solo uniti si vince, solo insieme potremo ambire a traguardi sempre più prestigiosi. La mia critica è rivolta a coloro che fanno i denigratori di professione: c’è gente che non viene allo stadio, non sostiene la squadra, non dà una mano di nessun tipo però vuole sempre parlare male per destabilizzare. Tutti dovremmo prendere le distanze da questi personaggi».

LA PROMOZIONE IN A – «Io non voglio la A? Leggende metropolitane. Tutti sono bravi a costruire squadre forti, poi salgono e riscendono immediatamente. Io invece voglio costruire un progetto equilibrato, per farlo ci vuole un tempo fisiologico, non serve fretta. E’ il secondo anno di serie B, credo fortemente nella possibilità di qualificarci ai play off. Se ciò non dovesse avvenire, nella prossima stagione faremo un ulteriore salto di qualità grazie ai tanti giocatori di proprietà che abbiamo in organico. L’erba del vicino è sempre più verde, ma mi tengo stretti Odjer, Bernardini, Coda, Rosina, Donnarumma, Improta, Zito e tanti elementi che possono fare la differenza in questa categoria. Io non vendo sogni, ma solide realtà:io la serie A la voglio per davvero. Mi piacerebbe moltissimo restare a vita a Salerno ed esaudire i desideri di quei tifosi che ci seguono dappertuttto: è un piacere, per me, vedere quelle 2-300 persone che girano l’Italia pur di non lasciarci soli».

CALCIOMERCATO E SETTORE GIOVANILE – «Quando ripercorro i sei anni precedenti, non lo faccio per rinfacciare quanto per ricordare con orgoglio da dove siamo partiti. La società non aveva neanche un pallone o una scrivania, mi sono ritrovato insieme ai tifosi sui campi di Budoni e Pontedera, ho preso un aereo privato pur di seguire la Salernitana contro l’Arzanese. Non è manifestazione di grandissima stima? Io e mio cognato non ci siamo mai tirati indietro, ci sentiamo salernitani d’adozione: anche noi abbiamo bisogno di sentire la spinta della città. Si lamentano del settore giovanile, ma tutti pensano che le cose si risolvano con la bacchetta magica: ci siamo concentrati sulla prima squadra, piano piano faremo crescere in casa i campioni del futuro. E’ nel nostro interesse, non siamo mica masochisti?! Sul calciomercato io dico solo che sono contrario alla collezione delle figurine Panini: riteniamo di avere una rosa completa in tutti i reparti, Bollini è un ottimo allenatore e ci ha chiesto di mantenere quest’organico senza cedere i migliori, richiesti dalle prime della classe e anche da qualche club di categoria superiore. Prendere tanto per prendere serviva solo a rompere gli equilibri dello spogliatoio».

SALERNO – «A Salerno ho preso parte anche alla cerimonia per il Santo Patrono, ho ripreso la storia dimostrandovi che la rispetto tanto, quando sottolineo i tanti anni di serie C lo faccio per rendere ancora più merito a chi, insieme a noi, in cinque anni ha vinto tre campionati e due coppe. Cos’altro dobbiamo fare per farvi capire quanto ci teniamo? Siamo ambiziosi quanto voi, ma per rispetto cerchiamo di tenere i piedi per terra senza illudere nessuno: l’appetito vien mangiando, insieme potremo raggiungere grandi risultati. Per ora consolidiamoci in serie B, la seconda categoria calcistica nazionale. E’ la base di partenza, non un punto d’arrivo. Domani ci aspetta una partita difficile a Vicenza, speriamo che anche i fattori imponderabili siano dalla nostra parte una volta tanto. Questa squadra ha enormi potenzialità, purtroppo in parte inespresse: con l’aiuto di tutti e l’entusiasmo della città possiamo scalare posizioni in classifica. Per costruire un progetto per la serie A serve un ambiente positivo, che spinga tutte le componenti».

 

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