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Lazio, l’ex arbitro Morganti: «Con Rovella si parte già con un ammonito. Sul mancato rosso di McKennie dico una cosa»

Lazio, l’ex arbitro Morganti si è soffermato su alcune scelte dei direttori di gara e ha parlato anche di alcuni giocatori biancocelesti.
Ai microfoni di Radio Laziale, Emidio Morganti, ex arbitro di Serie A, ha parlato della sua lunga carriera, soffermandosi anche su episodi legati alla Lazio. Morganti, che ha diretto in passato anche la finale di Supercoppa Italiana vinta dai biancocelesti contro l’Inter a Pechino, ha raccontato la sua esperienza internazionale e si è espresso su alcune situazioni recenti della squadra capitolina.
Riguardo alla Supercoppa Italiana, Morganti ha ricordato: «Quella di Pechino è stata una bellissima esperienza, durissima per le condizioni ambientali, ma è stato un viaggio emozionante. La Lazio ha vinto perché lo meritava sul campo». L’ex arbitro ha voluto sottolineare l’importanza del merito sportivo, evidenziando come la squadra biancoceleste abbia saputo imporsi in una gara di grande spessore internazionale.
Uno dei temi affrontati è stata la mancata espulsione di McKennie durante la partita tra Lazio e Juventus. Morganti ha spiegato: «La prima ammonizione di McKennie non era corretta per comportamento non regolamentare; il giallo sarebbe stato più giustificato per il fallo precedente. L’arbitro si è trovato a gestire due situazioni complesse: un fallo già ammonibile e una perdita di tempo, che hanno influito sulla gestione della partita».
Morganti ha anche parlato del giovane Rovella e del suo atteggiamento in campo. «La Lazio ha sempre dimostrato attenzione alla disciplina e al comportamento dei propri giocatori. Se un calciatore come Rovella riceve un giallo, la preparazione dell’arbitro deve solo registrarlo: la squadra biancoceleste sa gestire i propri talenti senza compromettere l’ordine in campo».
Infine, l’ex arbitro ha lodato il lavoro del dirigente Riccardo Pinzani: «La Lazio è virtuosa perché oggi può contare su professionisti come Pinzani. La forza di una società non sta solo nel dirigente, ma nella capacità della squadra e dello staff tecnico di recepire il suo contributo. Se l’allenatore crede in questo sistema, l’efficacia è massima; altrimenti le opportunità virtuose si perdono».
Nel complesso, le parole di Morganti hanno offerto uno spaccato interessante sulla gestione disciplinare, sull’attenzione alla preparazione dei giocatori e sul ruolo chiave dei dirigenti nella Lazio. La squadra biancoceleste emerge così come un club attento non solo al gioco, ma anche alla crescita dei suoi calciatori e alla valorizzazione di ogni componente dello staff. LEGGI ANCHE >>> Ultimissime Lazio: ecco le novità in casa biancoceleste