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Editoriale

Il calcio italiano non merita la Lazio in Champions!

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L’analisi di Cagliari-Lazio, terminata 2-2 dopo gli ennesimi episodi arbitrali discutibili a discapito della squadra biancoceleste

Rieccoci qua, sempre a parlare di stessi argomenti, stesse cose, stessi episodi che si susseguono di domenica in domenica. Non si può tacere dinanzi all’ennesimo scempio, all’ennesima farsa di cui la Serie A italiana si sta rendendo protagonista. A farne le spese è sempre la Lazio, arrivata al limite della sopportazione già da tempo. Var no, Var si. Il classico due pesi e due misure usate sempre contro la squadra biancoceleste. Fermo restando che già non vedere il rigore di Immobile a velocità normale è gravissimo, ma il problema è a monte. Vedere arbitrare ancora Giacomelli in Serie A è ridicolo, anche se viene fatta passare come una cosa normale. Quindi di cosa stupirsi? Il problema è proprio quello, che i tifosi laziali ormai da tempo, accolgono un torto arbitrale come un qualcosa di ordinario e di assodato, in tanti nemmeno si avviliscono più. O anzi, cercano motivazioni insensate per giustificare un pareggio arrivato solo grazie alla forza della Lazio, una squadra che meriterebbe minimo il terzo posto in solitaria. Anche oggi, ancora una volta, si finisce col mettere in secondo piano un grande gesto tecnico come quello di Immobile, offuscato di nuovo dalle mancanze arbitrali. La sintesi di una stagione rovinata e che miracolosamente è ancora in piedi.


TROPPI ERRORI
– Come se non bastassero gli errori arbitrali, i biancocelesti continuano a perseverare in ingenuità difensive. Una volta era il punto di forza, adesso è diventato quello debole. Nell’occasione del primo gol c’è una clamorosa dormita di Basta che non riesce ad impedire una giocata semplicissima a Miangue. Il serbo si fa scavalcare come un birillo senza la minima opposizione; errore banale per uno della sua esperienza. Sul susseguire dell’azione Radu viene preso alle spalle da Han, prova a saltare ma il nordcoreano venendo da dietro ha uno slancio migliore, che gli permette di impattare bene il pallone. Sul miracolo di Strakosha c’è fermo Pavoletti  centro dell’area che si ritrova la sfera sulla testa. Ennesimo episodio sfortunato di un periodo nero. Nel secondo gol preso invece il pasticcio è tutto tra Luiz Felipe e Strakosha, anche se è sempre lo stesso Basta a rimettere al centro una palla suicida. Problema di comunicazione tra il portiere e il difensore che si mostrano palesemente indecisi e spingono Pavoletti nel tentativo di intercettare il pallone. Impossibile dire chi tra Luiz Felipe e Strakosha abbia le responsabilità più grandi, soltanto chi era in campo può saperlo. Se il portiere l’avesse chiamata e non fosse intervenuto, la colpa sarebbe in gran parte sua. Al contrario, se dall’albanese non fosse arrivato nessun segnale  e il difensore avesse fatto scorrere il pallone di sua spontanea volontà, sarebbe da considerarsi soltanto una distrazione del brasiliano. Fatto sta che è stata combinata una frittata non all’altezza di una squadra in lotta per la Champions League.

SIAMO ALLE SOLITE – Fiorentina, Torino, Sampdoria, Spal, Milan, Juventus, Cagliari. E quante ne abbiamo dimenticate… Impossibile ricordarle tutte, cerca di farlo anche Inzaghi in conferenza stampa, salvo poi dimenticarne inevitabilmente qualcuna. Gesti innocenti e spontanei che fanno capire cosa è stato fatto in questa stagione alla Lazio. Dopo quanto accaduto contro il Torino si pensava che il fondo fosse stato toccato e invece puntualmente ogni domenica si fa sempre peggio della domenica precedente. Gli ultimi due episodi nello specifico potevano portare cinque punti in più, tutti quanti sommati ne avrebbero portati 11 più o meno, con la Lazio che sarebbe stata terza a sei punti dal Napoli. La matematica non mente, così come il Var. Grazie a questi due strumenti, uno scientifico, l’altro tecnologico, viene sintetizzato come meglio non si potrebbe, un campionato a dir poco falsato. La squadra di Inzaghi sarà chiamata a lottare fino alla fine per un posto in Champions, probabilmente sacrificando anche le due coppe che con una classifica diversa e più tranquilla, sarebbero state approcciate in modo diverso. Questa è la Serie A, questo è il calcio italiano. Un calcio che forse non merita neanche di essere rappresentato dalla Lazio all’Estero. Meglio mandare avanti altre squadre che spendono impropriamente milioni, per poi ritrovarsi puntualmente con un pungo di mosche in mano. Non è un caso che i club italiani in Europa difficilmente riescono ad andare oltre il girone eliminatorio. Questo è un calcio che non merita di disputare i Mondiali e non merita di avere in Champions League una Lazio così bella.

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