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Editoriale

La Lazio sbatte contro il pullman del Genoa, ma niente processi! Si salvano solo i tifosi presenti allo stadio…

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L’analisi di Lazio-Genoa, partita terminata con il punteggio di 1-2 per gli ospiti grazie ai gol di Laxalt e Pandev. Inutile il gol del pareggio siglato da Parolo

Come nei peggiori incubi, come Lazio-Genoa insegna. Tre tiri in porta subiti e tre gol. Uno tolto dal Var e questo di per se è già abbastanza emblematico; dopo tante polemiche i biancocelesti trovano un arbitro che torna sui propri passi e annulla un gol agli avversari, ma tutto viene poi vanificato da un’incredibile serata storta. Ballardini e Pandev escono dall’Olimpico da vincitori e questa è forse la sconfitta più grande di ieri. Inzaghi e i suoi ragazzi non riescono a passare e si schiantano più volte suL muro genoano. Due sconfitte consecutive in campionato, intervallate dal pareggio in Coppa italia con il Milan. La squadra non attraversa un grande momento di forma e le tante partite ravvicinate non aiutano. La prossima sarà contro il Napoli e la Lazio rischia seriamente di ritrovarsi da terza a quinta. Anche se così dovesse essere i biancocelesti hanno tutte le carte in regola per vincere il loro mini-campionato ed entrare in Champions. A patto però, che quella di ieri, venga catalogata come una serata estemporanea in mezzo a un mare di belle prestazioni.

PULLMAN – Difficile passare quando davanti la porta c’è un pullman. L’ha preparata bene Ballardini, trionfatore assoluto nella serata dell’Olimpico. L’unico modo per arginare il gioco della Lazio è toglierle la profondità e di conseguenza limitare Immobile a giocare sempre spalle alla porta. A questo si è aggiunta la serata no di Luis Alberto e la contemporanea assenza di Milinkovic. Sono mancati quindi i calciatori di maggiore qualità, compresi Anderson e Nani che non hanno avuto l’impatto sperato sulla partita. La manovra era poco fluida e prevedibile. Il pallone girava lentamente e il Genoa aveva tutto il tempo di posizionarsi: in 10 dietro la linea del pallone e Lazio che così non riusciva a trovare spazi. Non si ricordano grandi parate di Perin e questa è la notizia più grave. L’unico modo per provare a sfondare era attaccare sulle fasce ma Marusic e Lukaku non sono mai riusciti a vincere i loro duelli individuali contro Laxalt e Pedro Pereira. Inzaghi quindi per dare una sterzata ha provato ad inserire Anderson sulla destra, sperando di bloccare il terzino nella propria metà campo, invece è successo l’esatto contrario. L’indolenza del brasiliano ha portato prima Laxalt e poi Pereira a prendere coraggio e a scendere con più decisione. Probabilmente a metà del secondo tempo sarebbe servito un attaccante d’area come Caicedo, considerando che non si trovavano spazi al centro e gli uno contro uno sulle fasce vedevano sempre trionfare i genoani. Un altro errore che può esser stato commesso da Inzaghi è sull’11 iniziale: per caratteristiche il Genoa è una squadra che cura prettamente la fase difensiva ed era facilmente intuibile una difesa a oltranza. Sarebbe quindi stato più opportuno schierare uno tra Nani e Anderson al posto di Murgia, così da alzare il baricentro della squadra e mettere più qualità negli ultimi metri. Anche se vedendo come sono subentrati i due, nulla toglie che il risultato sarebbe potuto essere lo stesso anche con loro dall’inizio. Mai come ieri a sbagliare la partita sono stati in tanti, forse troppi.  Quindi qualsiasi sarebbero state le scelte del tecnico probabilmente la partita si sarebbe evoluta allo stesso modo.

UNITI – La Lazio sta attraversando un momento di difficoltà, fin troppo offuscato dalle comunque buone prestazioni dell’ultimo periodo. La squadra ha avuto un calo fisico, evidente e fisiologico considerando i tanti impegni. La cosa preoccupante è che siamo solo all’inizio di un ciclo terribile dove si giocherà ogni tre giorni. Questa sarà l’ultima settimana priva di impegni infrasettimanali fino alla prossima sosta di marzo. La trasferta di Napoli potrebbe catapultare la Lazio dal terzo al quinto posto e considerato il momento delicato, questo potrebbe incidere parecchio sul morale. Inzaghi avrà il compito più difficile adesso, quello di rialzare l’entusiasmo dei suoi ragazzi così da riprendere spediti il prima possibile. Alla squadra e all’allenatore devono però aggiungersi i tifosi. E’ impensabile che una squadra terza in classifica giochi davanti a poco meno di 30 mila spettatori. Dopo tanto chiedere è arrivato il momento di iniziare a dare. La società ha fatto di tutto per aumentare le presenze allo stadio, dall’allestire una squadra competitiva ai prezzi popolari, eppure nel corso degli anni è cambiato poco. Questa Lazio, non merita uno stadio semi-vuoto. Onore a coloro che ci sono sempre stati e che in ogni stadio di Italia e d’Europa portano in alto i colori biancocelesti, facendo sentire la squadra molto meno sola. Anche ieri ennesima prova superlativa della Curva Nord che ha spinto la Lazio dall’inizio alla fine, aiutandola nelle varie difficoltà incontrate nel corso della partita. Gli applausi in questa occasione li avrebbero meritati più loro che la squadra, soprattutto per il coro assordante partito dal settore più caldo dello stadio a fine partita: “Siamo sempre con voi, non vi lasceremo mai”. Bene, da qui si deve partire. Da un’unione sempre più forte che deve unire calciatori e tifosi. Bisogna aiutare questa squadra e riempire lo stadio. Non ci sono più scuse, se non si riempie lo stadio in una stagione del genere allora quando lo si fa? La Lazio è in difficoltà e va aiutata. Una mano tesa possono tendergliela solo i tifosi. Insieme è più facile: bisogna riempire lo stadio, adesso non ci sono più scuse!

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