Inzaghi, parla il papà: «Nel 1999 Simone aveva altre offerte, ma scelse la Lazio» - Lazio News 24
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Inzaghi, parla il papà: «Nel 1999 Simone aveva altre offerte, ma scelse la Lazio»

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Giancarlo Inzaghi, in un’intervista rilasciata a Radiosei, racconta Simone. Dal naso rotto da Stam a Montecarlo alla chiamata di Lotito l’estate scorsa

Per parlare del tecnico della Lazio, Simone Inzaghi, la redazione di Radiosei ha contattato il papà Giancarlo, che tra curiosità e aneddoti racconta il suo ‘Mone’: «Una delle cose, che più mi inorgoglisce, è che la famiglia Inzaghi è unita, cresciuta nella provincia emiliana. La soddisfazione più grande è quella di avere due figli per bene che possono insegnare ai giovani come comportarsi. Spesso ancora oggi ci ritroviamo per scambiarci opinioni, e nonostante gli impegni dei ragazzi ci sentiamo sia con uno che con l’altro 3 volte al giorno. Io sono diventato milanista e lo sono stato fino a 2 anni fa (ride, ndr), i miei figli invece erano tifosi del Piacenza. L’emozione più grande? Il loro primo scontro come allenatori».

SIMONE CALCIATORE – «La prima telefonata che Simone fa 2 minuti dopo la fine della partita è per me, poi va a fare l’intervista. Il giorno in cui Lotito l’ha chiamato dopo la vicenda Bielsa ero a Milano Marittima con lui a giocare a carte: ad un certo punto mi ha detto che doveva andare a Roma che il presidente l’aveva chiamato per allenare la Lazio. La notte del poker al Marsiglia con il rigore sbagliato la ricordo bene, anche se sono ancora arrabbiato per il penalty: cinque gol sarebbero stati quasi irraggiungibili. Filippo invece ha avuto il duello con Raul per il goleador più prolifico in Champions. La notte di Montecarlo (scontro Stam-Inzaghi) sono partito dalla tribuna con insulti verso Stam, ma Simone mi ha detto di guardare il collo dell’olandese prima di parlare. L’anno prima invece sono stato in ambulanza con Pippo con 24 punti in bocca. Da Montecarlo non passo neanche più con la macchina. Nel 2000 stavo per vincere lo Scudetto con Pippo alla Juventus e poi Simone gliel’ha scippato alla fine: ero contento tanto rimaneva sempre in famiglia. Mi ha fatto piacere per Simone che aveva vinto meno, poi vedere quelle forti esultanze è stata una cosa bellissima».

 

UNA VITA NELLA LAZIO – «Nel debutto in Serie A di Simone ricordo che i tifosi piacentini invocavano Rizzitelli al suo posto.  Poi lui entrò e realizzò proprio contro la Lazio il primo gol, anticipando Fernando Couto. Il portoghese poi è diventato un grande amico, quando Simone ha avuto bisogno di aiuto c’era sempre lui per primo. Simone nel 1999 aveva altre offerte, ma la Lazio era la Lazio: è stato Mancini a dire espressamente di prenderlo alla proprietà e a Roma sarebbe venuto anche a piedi. Anche ora si sentono una volta al mese per parlare di calcio, hanno un ottimo rapporto. Una delle poche volte che sono venuto all’Olimpico c’è stato un battibecco tra loro, quando Inzaghi fece vedere la maglia al mister dopo essere stato fuori per 3-4 volte consecutive». Sulla Lazio del Simone allenatore: «A livello caratteriale Simone è sempre sorridente, ma ha degli attributi da paura. Negli spogliatoi adesso volano via delle strigliate fortissime: comunque ha un gruppo di ragazzi eccezionali. La Lazio di Auronzo con soltanto Immobile davanti mi ricorda molto, con le debite proporzioni, la Lazio dello Scudetto con Simone unica punta. L’anno scorso contro c’erano le corrazzate, quest’anno le portaerei. Non si possono spendere più di 200 milioni per fare la squadra anche se non voglio affrontare questo argomento: alla Lazio comunque c’è chi il mercato sa farlo e bene. A volte prendono qualche critica dalla gente, però lasciamoli lavorare in pace e ci faranno togliere parecchie soddisfazioni. Lo scorso anno la Lazio ha giocato delle partite incredibili, il derby per esempio. Per quella sfida avevo fatto un voto e mi è stato molto caro, con un’offerta a qualcosa di cui sono devoto. L’immagine in cui Simone corre dietro a Immobile è un’immagine bellissima: lo stavo guardando e non capivo cosa stesse facendo».

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