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Lazio, parla Sarri: «Il fatto che fosse un anno difficile l’avevo detto. Dobbiamo avere tutti pazienza. Niente parole dopo il Torino? Ecco perchè»
Maurizio Sarri, tecnico della Lazio, interviene in diretta sulle frequenze di Lazio Style Radio. Ecco le sue dichiarazioni
Maurizio Sarri, allenatore della Lazio, è ospite in diretta su Lazio Style Radio. L’annuncio è arrivato direttamente dal club biancoceleste tramite un messaggio diffuso sui propri canali social ufficiali. Ecco le sue dichiarazioni
NIENTE INTERVISTA POST TORINO– «È stato un momento di giramento, qualche volta non mi fa piacere parlare. Bisogna essere razionali, avere idea di cosa c’è successo e cosa stiamo affrontando. Bisogna stare fuori alle sensazioni esterne e stare dentro al lavoro. Bisogna essere realisti, l’aspetto positivo è il carattere perché abbiamo recuperato una partita su una palla morta».
RIENTRI – «Lazzari è rientrato con noi la scorsa settimana e dovrebbe tornare, Marusic oggi ha controlli. Per Pellegrini vedremo, ha un trauma distorsivo-contusivo. Per Rovella ci vorrà più tempo, Vecino è un’enigma e Dele-Bashiru è out. Isaksen viene da una malattia subdola, è recuperato ma deve crescere fisicamente. Vediamo come sta Zaccagni, ci porterà a due giorni dalla partita senza sapere con che modulo saremo».
SITUAZIONE – «Non sono né ottimista e né pessimista, siamo realisti e valutiamo la realtà della situazione. Potevamo vincere, poi perdere nel finale. L’aspetto positivo è il carattere. Quando ti mancano 8-9 giocatori è complicato, tutte le squadre in estate si sono rinforzate, noi non abbiamo potuto farlo e abbiamo fuori tanti giocatori. È un inizio di campionato di grande difficoltà. Abbiamo chiesto comunque ai ragazzi di non farsi alibi e non l’hanno fatto, abbiamo lottato e giocato in modo accettabile. Bisogna fare un plauso a Basic che è stato tanto fuori e nel momento del bisogno ha fatto due gare di buon livello. Vediamo anche gli aspetti positivi»
PARAGONE PRIMA GESTIONE – «Le situazioni sono diverse, quella era una situazione per fare un salto di qualità. La cessione di Milinkovic-Savic e l’ingresso in Champions League ci permetteva di fare un salto di qualità, la delusione è stata aumentata dalla sensazione che non si poteva fare quel salto di qualità. Qui non ci sono delusioni, lì c’era un’illusione diversa con delle premesse diverse. Io sono più adatto a una squadra di palleggio, ma questa è una squadra che vive di accelerazioni e deve aggredire gli spazi, lo stiamo facendo bene. Bisognerà vedere se con certe soluzioni troviamo equilibrio, se non lo troviamo è inutile fare due gol se poi ne subisci 2-3 a partita. Servono soluzioni, la situazione dei giocatori a disposizione ci costringerà a cambiare modulo. Abbiamo tanti rientri oppure dovremo cambiare qualcosa».
CANCELLIERI – «Sta crescendo, l’ho trovato diverso rispetto al passato. È più maturo, sicuro dei propri mezzi. Dà il suo meglio nell’accelerazione e negli spazi, se lo costringiamo a palleggiare gli togliamo qualità. Può migliorare negli impatti diretti quando entra in area, speriamo che la sua evoluzione sia positiva: ha potenzialità. Ora è concentrato sul lavoro, non dà segnali di presunzione ed è fondamentale. Purtroppo, noi abbiamo tanti giocatori istintivi, e questo ci fa fare fatica ad essere squadra. Io per istinto ho visto vincere poche partite in cinquant’anni. Se lo fa Maradona va bene, se lo fa un giocatore medio-buono…»
PARTITE – «La nostra prestazione migliore è stata contro la Roma. Perdere ci ha lasciato rammarico. Qualche merito a questi ragazzi bisogna darlo, mi sento in dovere di difenderli, hanno lottato senza scuse e giocando per il risultato. La classifica? Forse poteva essere migliore per come abbiamo giocato. Dobbiamo continuare così e la riassestiamo. Dobbiamo avere pazienza, non solo io. Sapevamo tutti delle difficoltà all’inizio. Siamo in un contesto in cui il livello medio delle squadre è salito. Il Torino è una squadra come noi oggi»
NOSLIN – «È un giocatore difficile per un allenatore, è complicato collocarlo . Ha la gamba da esterno ma non lo è; potrebbe essere un trequartista ma non ha quella qualità; può essere un centravanti ma non lo è in realtà. È un giocatore che in certe situazioni può darci una mano, che ha numeri e qualità. L’interpretazione contro il Torino non mi è piaciuta, sembravamo una squadra con 4 attaccanti. Ci serve più equilibrio. L’ambiente? Io sono un animale da strada. Sono uno che vive di sensazioni e i tifosi che ho incontrato stanno capendo le difficoltà. Le mie 300 panchine in Serie A? Troppe. Queste statistiche non mi interessano, pensiamo alla prossima partita»
MILAN COMO – «Ha ragione Rabiot. Tirare in ballo l’aspetto economico è brutto, è stata una brutta risposta. Lui è un ragazzo stupendo, è uno di quelli che va in campo a combattere. Se non ci fossero i giocatori, la Lega non avrebbe tutti i soldi»
NAZIONALE – «Con i problemi che sto affrontando ora, non me ne può fregare di meno. Ci sarà sempre una generazione più forte e meno forte. La domanda che mi faccio io è: cosa facciamo noi per far arrivare pronti i nostri giovani? Abbiamo un campionato Primavera che si gioca in stadi indecenti. Se la domenica poi uno di questi ragazzi deve andare in campo all’Ollimpico con 50mila spettatori, poi non è pronto. Non mi piace la soluzione delle squadre B. Uno di Foggia vuole giocare contro il Bari, non contro l’Atalanta U23. È la morte del calcio di Serie C»
ATALANTA E TEMPO EFFETTIVO – «È molto in linea. Non ci sono stati cambiamenti, è una squadra fortissima con attaccanti di qualità. In Italia c’è un modo di giocare fisico, certi tipi di contatto non sono fischiati. Nel derby c’è stato un giocatore degli avversari che ha fatto cinque falli in 10′. Erano falli normali, ma tutti contro il gioco. Io arbitro, al terzo fallo devo ammonire. Quest’anno stiamo giocando con un tempo effettivo minore rispetto agli anni scorsi, bisogna fare qualcosa»
FUTURO – «Sarà una stagione di alti e bassi, chi non l’aveva previsto era folle. Se c’è margine di trovare una strada? Ora ritroviamo i giocatori che abbiamo fuori e vediamo. Poi cerchiamo di innescare una strada. Il fatto che fosse un anno difficile l’avevo detto. Dobbiamo avere tutti pazienza, anche io l’ho trovata»