Rambaudi su Sarri: «Un allenatore che ha come priorità il non prenderle non è da grande squadra»
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Rambaudi su Sarri: «Un allenatore che ha come priorità il non prenderle non è da grande squadra»

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Rambaudi, l’ex biancoceleste alla luce della sconfitta di venerdì sera della Lazio contro il Bologna critica Sarri con parole molto dure

Ai microfoni di TMW alla luce della sconfitta di venerdì sera della Lazio contro il Bologna, ha parlato Roberto Rambaudi il quale analizza cosi il match soffermandosi su Sarri

SARRI – Ho visto a Bologna la solita Lazio, una squadra che in questa stagione ha troppi alti e bassi, bene a Sassuolo, ma poi al Dall’Ara, dopo un buon primo tempo dove ha creato un’occasione e mezzo, nella ripresa è sparita

Sarri predilige il non prenderle. Se non fai qualcosa per dare, non è che vai lontano. Bravissimo a fare la difensiva, ma tra lui e Zeman filosoficamente parlando c’è un abisso. Lui ora pensa a non prenderle, lavorando tantissimo e bene sulla fase difensiva, poi in ripartenza fa il resto. Bene col Sassuolo, ma poi un po’ di confusione. La Lazio è una buona squadra, ha preso dei giocatori di qualità, non si sono rinforzati sugli esterni, gioca sempre Marusic, mentre Pellegrini non gioca mai evidentemente non dà certezze

Se il marchio di fabbrica è produrre tanto, creare occasioni e fare gol, vincere partite anche subendo gol, bisogna andare avanti e su queste certezze. Ma nel caso contrario no, e adesso non sta dando molto, quindi bisogna fare delle modifiche. Bisogna avere un piano B e io vedo che non c’è, almeno per il momento. Sarri è il capitano della nave, colui che guida ed è lui che deve trovare le soluzioni. Non parliamo di cilindrata, di mentalità perché dopo tre anni non si possono sentire certe cose

Sarri come addestratore della fase difensiva è bravo, ma l’equilibrio si trova davanti e dietro. I numeri non mentono mai e questi di adesso sono nettamente diversi rispetto a quelli dell’anno scorso. A livello di comunicazione, per me Sarri non è da grande squadra a livelli di messaggi perché crea troppi alibi ai giocatori, e a se stesso, sempre colpa di qualcuno, del calendario, del presidente, dei giocatori la sua mai. Si vede la sua mano ma ora alla Lazio non è un valore aggiunto, nel senso che se questa squadra la dai a un altro allenatore ha gli stessi punti e fai lo stesso campionato

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