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Operatori italiani sotto regole di compliance più rigide mentre il governo modernizza la regolazione del gioco

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Era da un po’ che se ne parlava e finalmente la riforma è in atto, le licenze sono più costose, i controlli sono più rigidi e sono richiesti degli standard tecnici più alti. Il mercato del gambling sta cambiando, ecco com’è il nuovo quadro e come si stanno adattando gli operatori.

Il Decreto Legislativo 41/2024 ha definito come deve cambiare il settore tra bandi, ammissioni e requisiti. Adesso che le regolamentazioni sono chiare, gli operatori si stanno adeguando per rispettare le nuove normative. Prima di tutto, le licenze adesso durano 9 anni e prevedono un contributo una tantum da 7 milioni di euro ciascuna. Oltre a questo, c’è il contributo annuale del 3% del GGR e un obbligo di spesa minima dello 0,2% del GGR per le iniziative sul gioco responsabile. Le aliquote restano differenziate:

  • 24,5% per le scommesse online
  • 25,5% per i casinò online

Il bando è arrivato a fine 2024, con un finestra di presentazione delle domande tra il 31 marzo e il 30 maggio 2025. A settembre l’ADM ha ammesso 46 operatori alla fase 2. Questo ha stabilizzato il sentiment del mercato in vista dell’entrata in vigore delle nuove concessioni. Gli analisti prevedono una riduzione netta del numero di licenziatari effettivi, con forte consolidamento rispetto alla frammentazione del passato.

Compliance: dall’AML alle capacità IT, l’asticella si alza

La parola chiave è tracciabilità. Gli impegni sull’antiriciclaggio e sulle sanzioni si inquadrano nel più ampio pacchetto europeo e si traducono in presidi più robusti su CDD/KYC, monitoraggio transazioni, segnalazioni tempestive e screening sanzionatorio. Per gli operatori significa investire sugli strumenti di due diligence e data enrichment, ma anche sui processi.

Non è solo una compliance burocratica, il PIAO 2025–2027 dell’ADM parla di un aggiornamento dei sistemi informativi e di un rafforzamento dei controlli sul ciclo di vita della licenza. Questo significa che ci devono essere più verifiche, più interoperabilità tra le banche dati pubbliche e i sistemi dei concessionari e meno aree grigie.

Impatto sul mercato: meno marchi, più concentrazione

La combinazione “licenza cara + requisiti tecnici + contributi ricorrenti” spinge verso una selezione naturale. Diverse analisi indicano che il mercato italiano, già tra i più grandi in Europa, sta vivendo un’accelerazione della concentrazione. Si prospetta un numero operativo effettivo sensibilmente più basso entro la piena entrata in vigore delle nuove concessioni, con stime che parlano di circa 50 licenze attive.

Il contesto economico resta rilevante, l’Italia nel 2024 è stata indicata come il primo mercato europeo per GGR con stime che superano i 21,6 miliardi di euro, un dato che spiega l’interesse dei grandi gruppi internazionali ma anche l’attenzione del regolatore.

Operatività quotidiana: dove si alzano i requisiti

In pratica, cosa deve aspettarsi un concessionario?

  • KYC e controllo account: procedure più granulari sull’identità, sulle fonti dei fondi e sui limiti di spesa. Più strumenti di verifica documentale e automatismi antifrode.
  • Monitoraggio GGR e contributi: calcolo e rendicontazione del 3% annuo e dello 0,2% per iniziative RG con plafond. Attenzione a etichettatura e tracciabilità delle spese.

Sul marketing, il quadro non diventa più permissivo, ma più prevedibile. La riforma mira a una concorrenza giocata sulla compliance, sull’UX e sui prodotti più che sull’aggressività promozionale, con vigilanza sulle affiliazioni e sulle comunicazioni.

Dal lato utente finale, ci si possono aspettare delle interfacce più omogenee negli standard minimi, dei payout stabili e dei brand più solidi. Potresti notare anche meno frammentazione dell’offerta: meno micro-siti, più ecosistemi integrati tra le scommesse, i casinò e gli skill games. Per chi cerca i casinòs online, la scelta tenderà a concentrarsi su operatori con licenza italiana, con sistemi di controllo e tutele più chiari.

Come cambieranno le cose per gli affiliati e per i fornitori

Gli affiliati si muoveranno in un recinto più stretto ma più stabile: meno brand one shot, più partnership di medio periodo e KPI più qualitativi (valore del giocatore nel tempo, retention, compliance dei flussi). Alcuni media specializzati sottolineano come la selezione dei concessionari riduca la volatilità dei pagamenti e favorisca la pulizia dell’ecosistema.

Per i fornitori di piattaforma e i provider di pagamenti/identity, la riforma è un’opportunità. Chi porta sul tavolo i moduli AML/KYC pronti per l’Italia, gli audit trail e le integrazioni ADM-friendly ha un vantaggio competitivo immediato.

Non è un segreto che l’aumento dei costi fissi possa comprimere i margini, soprattutto per gli operatori mid-size, d’altra parte un perimetro chiaro e una durata concessoria di 9 anni permettono una buona pianificazione industriale, degli investimenti nella tecnologia e dei contenuti locali. Il quadro di revoca codificato nel 2025 aggiunge certezza giuridica sui casi-limite, un aspetto apprezzato dai finanziatori e dai partner.

Cosa bisogna tenere d’occhio nei prossimi mesi

Entro fine del 2025, l’attenzione sarà rivolta a:

  • Lista definitiva dei licenziatari
  • Messa a terra degli obblighi AML/IT
  • Riassetto competitivo

Per gli operatori, la priorità è allineare compliance e tech stack agli standard ADM. Per gli utenti l’effetto più visibile sarà un’offerta più concentrata, con brand dotati di processi solidi e presidi chiari.

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