Milan-Lazio - Promosso e bocciato - Lazio News 24
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2013

Milan-Lazio – Promosso e bocciato

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È terminato 1 a 1 il big match di ieri sera contro il Milan. Dopo il vantaggio di Kakà, è arrivata la risposta di Ciani su colpo di testa e gli uomini di Petkovic sono riusciti a portare a casa un punto prezioso su un campo difficile come quello di San Siro. Andiamo a vedere il migliore ed il peggiore di Milan-Lazio.

Bocciato – Perde palla, sbaglia le giocate, tiene un ritmo bassissimo, ma soprattutto appare estremamente svogliato, come se fosse costretto a giocare per portare il pane a casa. Sì, sembra strano, ma il soggetto della precedente frase è proprio il Profeta. Cosa gli è successo? Con i Mondiali alle porte ed il suo sogno nel cassetto di divenire uno degli undici titolari di Scolari, nessuno poteva immaginarsi delle prestazioni così opache nelle ultime partite. Ieri, dopo la leggera ripresa nella gara contro i ciprioti dell’Apollon, ha disputato, forse, la peggior partita della stagione, inducendo mister Petkovic a non fargli nemmeno cominciare il secondo tempo. Dov’è finito l’Hernanes dei doppi passi vincenti, delle punizioni senza perdono, delle giocate da fuoriclasse coronate dalle consuete capriole? Ma soprattutto, dov’è finito l’Hernanes che con la sua grinta ed il suo sorriso riusciva a trascinare tutto il resto della squadra? Forse, se la situazione non dovesse cambiare, con il rinnovo ancora lontano anni luce, una sua cessione a gennaio comincerebbe a non apparire più come la più grande delle tragedie.

Promosso – “Siam venuti fin qua, siam venuti fin qua, per vedere segnare Kakà”: povero Kakà, non sapeva che a rubargli il posto da protagonista sul palcoscenico si stava preparando, sornione, l’eroe biancoceleste di ieri sera, Michael Ciani. Dal punto di vista difensivo la sua e quella di Cana sono state prestazioni quasi perfette. Dei veri e propri muri. Ma l’ex Bordeaux non si è accontentato: su cross di Candreva, Zapata se lo lascia sfuggire e Gabriel si risveglia che Ciani sta già festeggiando, con Cana che non smette di abbracciarlo. E quando una favola comincia, non può concludersi in maniera casuale. Sì, perché il minuto del goal ricorderà sicuramente qualcosa ai biancocelesti: si tratta del settantunesimo. Ma è meglio non aggiungere altro, non dovesse montarsi troppo la testa.

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