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Lotito a 360°: «Se Inzaghi mi chiedesse di andare alla Juve sarei addolorato». E su Adekanye e Milinkovic…

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Il presidente Lotito, oggi ospite del Corriere dello Sport, ha affrontato diversi temi: da Inzaghi agli obiettivi futuri della Lazio

Queste le parole di Lotito: «La Lazio ha delle potenzialità e se le persone che sono il punto di riferimento, continuano a lavorare all’unisono, può raggiungere gli obiettivi fissati. Voi parlate di Inzaghi, ma Tare era un giocatore e io l’ho voluto direttore sportivo. Oggi tutti dicono che è un grande direttore sportivo. Sono tutti cresciuti grazie a un presidente che li supporta e cerca di dare la possibilità di potersi esprimere. Siamo una struttura fresca e giovane scelta sulle qualità morali e professionali. Chi può vantare oggi nel proprio organico l’ex vice capo della polizia? La qualità delle persone fa la differenza. Tare ha lostesso profilo di D’Angelo, è un fuoriclasse nel suo campo. Inzaghi è un allenatore giovane, perchè la Juventus non l’ha preso quattro anni fa? Io sono abituato a prendere un terreno agricolo e trasformarlo edificabile. A volte quando io ho un tono forte è perchè serve ad alcune sensibilità e lo uso perchè mi viene riconosciuta la capacità di esprimere certi concetti. Nella vita ci sono persone che lavorano per denaro e potere e altre che lavorano per vincere. Mia moglie è testimone e lo dice sempre che lavoro per vincere. Nella mia testa vorrei essere utile alla collettività, mettendo a disposizione tutte le mie capacità. Il mondo del calcio ha bisogno di cambiamenti radicali, serve cambiare la mentalità. Io non mi considero il più bravo, cerco di imparare da tutti. Primo, anche dalle persone più umili c’è da apprendere. Secondo, c’è il detto che dove non può il re può il fante. Le cose le deve fare chi le sa fare. Una società di calcio non è come un’altra azienda. Io sono il custode di un patrimonio sportivo che ho il dovere di conservare e tramandare. Il calcio ha un grande potere mediatico e va sfruttato in modo propositivo. Il messaggio che deve passare non deve essere individualistico. Serve certezza delle regole e i comportamenti devono essere specchiati. La Coppa Italia l’abbiamo vinta meritatamente anche grazie all’apporto che ha dato Simone con i cambi. Il rigore di Bastos? C’era anche l’espulsione per il fallo su Correa», spiega Lotito.

FUTURO INZAGHI – «Sarei addolorato se Simone mi chiedesse di andare alla Juventus perchè è uno di famiglia, è anche in contatto con mio figlio. La Lazio offre anche un’opportunità di un clima diverso dalle altre, una catena di comando cortissima: c’è il presidente, il direttore e Angelo Peruzzi. Andare in una struttura ambita da tutti può essere comprensibile, perchè l’organizzazione è ottima, ma credo che mancherebbe il lato familiare. Quest’anno avevo costruito una squadra in grado di competere alla pari con tutti. Poi se non è successo non è che ci sono dei colpevoli. Ci sono stati infortuni, fattori imponderabili, abbiamo sbagliato tutti. Noi ovviamente dobbiamo analizzare perchè non siamo andati in Champions per evitare di ripetere gli errori. Oggi l’Under 14 allenata da Rocchi ha vinto lo Scudetto contro la Roma e Tommaso rappresenta la continuità, lui fu il mio primo acquisto. La programmazione ora comporta di9 fare delle riflessioni alla fine del campionato. Poi Lotito insieme a ds, allenatore e Peruzzi fa delle considerazioni su quello che è successo e quello che deve essere e traccia il percorso per la prossima stagione».

CHAMPIONS – C’è chi dice che Lotito non ci voglia andare in Champions… «Questa è una leggenda metropolitana, come la spartizione delle partite con l’Atalanta. Sono chiacchiere da bar. Noi parliamo di calcio, gli altri di pallone. Indipendentemente dalle chiacchiere abbiamo un percorso in testa e lo porteremo avanti perchè è vincente. La prova è che la Lazio è la prima società per il ranking economico, ma i soldi vengono reinvestiti nelle attività della società. Ci sono state delle battute d’arresto nel cammino, ma sono sicuro che alla lunga arriveremo al traguardo. Alla Lazio non c’è un rapporto freddo lavorativo, ma un rapporto umano eccezionale: con le persone intelligenti questo può essere qualcosa di positivo, con le persone aride invece no».

MERCATO – «Io faccio il presidente, nè il ds o l’allenatore. Il processo di acquisto parte dai dialoghi tra ds e allenatore, poi il ds parla con me e vediamo se è possibile soddisfare le richieste. Io oggi non posso indicare eventuali acquisti, perchè scavalcherei i ruoli. La nostra società è come un’orchestra, io sono il maestro e devo far coniugare l’operato di tutti. Noi facciamo un quadro d’insieme e scegliamo i profili, ovviamente io indico la compatibilità», spiega Lotito.

STADIO – «L’optimum per la Lazio sarebbe la Tiberina – spiega Lotito – Quella sarebbe la scelta migliore perchè c’è la ferrovia e tutte le strutture per la viabilità. Lo stadio rappresenta una struttura aperta h24 in cui i tifosi si identifichino e rappresenti casa loro. Il problema è di volontà politica perchè le soluzioni che noi prospettiamo non sono impossibili da realizzare. Adesso vedremo nel confronto se ci sarà la possibilità di poter fare qualcosa. Io sono stato l’antesignano dello stadio, ma alcune posizioni avverse non mi hanno consentito di realizzarlo».

VALUTAZIONE MILINKOVIC – «Milinkovic è il miglior centrocampista del campionato italiano. Ha margini di crescita perchè è un ragazzo giovane. La valutazione non è legata solo alle qualità, ma anche alle potenzialità che ha nell’inserimento in un determinato contesto. Non è soltanto un discorso economico, altrimenti l’avrei venduto».

ADEKANYE – «Certo, per noi non è una scommessa, ma un investimento. Quando facciamo delle scelte le facciamo a ragion veduta. Poi gli stranieri hanno bisogno di un periodo di ambientamento, vedi Luis Alberto e Milinkovic. Certo poi il ds e l’allenatore devono ammorbidire questo adattamento, perchè l’allenatore vuole giocatori pronti subito e lì parte la dialettica. La società deve pensare al futuro e la nostra capacità è stata di individuare profili che soddisfino tutte le esigenze e qui comincia la concertazione tra le componenti».

15 TROFEI E ROMA SCAVALCATA – «Questa cosa appartiene più agli altri che a me. Non siamo abituati a fare proclami. Noi facciamo delle scelte, anche coraggiose rispetto al modo canonico di pensare. Una volta un direttore di una mia azienda mi ha detto che sono cinque anni avanti, quindi prima subisco contestazioni poi la gente riesce a capire le mie scelte con il tempo. Quando arrivai alla Lazio trovai un giocatore che costava 90 miliardi e non giocava. Ma posso comprare qualcosa a scatola chiusa? Per quello ho inventato il prestito con il diritto di riscatto. Per chi viene da un’attività imprenditoriale e vive la realtà quotidiana questo è normale. Nel mondo del calcio non è così, per questo va riassettato. I soldi che le società producono devono rimanere nelle tasche della società, vanno pagati i dipendenti. Il merito va premiato».

RINNOVO INZAGHI – «Noi abbiamo già un impegno per vedersi alla fine dell’anno – rivela Lotito -. Per quello che dipende dalla mia volontà Inzaghi rimarrà sine die. Certo, non faccio un contratto di un anno, infatti lui aveva un contratto di tre anni. Per dare stabilità al progetto serve seguire questa strada».

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