Lazio, lutto in casa biancoceleste: è morto uno dei protagonisti dello Scudetto 2000. Contro la Cremonese possibile il ricordo di una figura importante per il club
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Lazio, lutto in casa biancoceleste: è morto uno dei protagonisti dello Scudetto 2000. Contro la Cremonese possibile il ricordo di una figura importante per il club

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Lazio, lutto improvviso per il club biancoceleste. Lo storico massaggiatore Doriano Ruggiero si è spento in questa domenica. Chi era

C’è un silenzio particolare oggi intorno alla Lazio. Non è il silenzio delle sconfitte né quello rumoroso delle polemiche che spesso accompagnano il calcio moderno. È un silenzio profondo, rispettoso, che nasce quando se ne va qualcuno che ha lasciato un segno vero. Un silenzio che pesa, perché racconta un’assenza impossibile da ignorare.

La Lazio piange Doriano Ruggiero, storico massaggiatore biancoceleste, uomo di campo e di spogliatoio, presenza costante dal 1986 al 2007. Ridurlo a un semplice ruolo sarebbe ingiusto. Doriano non era “solo” un massaggiatore: era una certezza, un punto fermo, una figura silenziosa ma essenziale nella quotidianità di Formello. Uno di quegli uomini che raramente finiscono sotto i riflettori, ma senza i quali la storia di una squadra non sarebbe la stessa.

Arrivato a Roma da Feletto Canavese, Doriano aveva scelto la Lazio come scelta di vita, non come tappa professionale. Trent’anni in biancoceleste non sono un lavoro: sono appartenenza, dedizione, identità. Anche quando il suo percorso ufficiale si è chiuso, ha deciso di restare nella Capitale, continuando a lavorare nello studio del professor Giuseppe Ruggero, altro nome legato al mondo laziale. Roma era diventata casa. La Lazio, pelle e sangue. “La Lazio è la Lazio”, ripeteva spesso, con quell’accento piemontese mai perso e con un orgoglio che non ammetteva repliche.

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Doriano ha attraversato epoche diverse, presidenti, allenatori, stagioni gloriose e anni difficili. Ha curato le gambe dei campioni e le paure dei ragazzi all’esordio. Da Di Canio a Nesta, da Giordano a Veron, passando per Piscedda, ha vissuto la Lazio dall’interno, nel luogo dove si costruiscono i gruppi e si cementano le anime. Lontano dalle telecamere, ma sempre al centro della vita della squadra.

Chi ha conosciuto Formello sa che Doriano era uno di quelli che non facevano rumore, ma lasciavano il segno. Sempre presente, sempre disponibile, senza mai chiedere nulla in cambio. Oggi se n’è andato nello stesso modo in cui ha vissuto: in silenzio, con discrezione e stile.

Eppure è impossibile pensare che Doriano abbia davvero lasciato la Lazio. Certi uomini non se ne vanno mai: cambiano posto. Come una stella biancoceleste, continuerà a brillare in quel firmamento invisibile ma chiarissimo per chi ama davvero questi colori.

Alla sua famiglia e a chi gli ha voluto bene va l’abbraccio sincero di tutto il popolo della Lazio.
Ciao Doriano.
La Lazio resta.
E tu resterai per sempre con lei.

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