Luan Capanni: «Tanti club su di me, ma volevo solo la Lazio. Sogno l'Europa con questa maglia e la nazionale italiana»
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Luan Capanni: «Tanti club su di me, ma volevo solo la Lazio. Sogno l’Europa con questa maglia e la nazionale italiana»

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Il giovane brasiliano Luan Capanni, attaccante della Primavera della Lazio, ha parlato del suo approdo a Roma e dei suoi sogni

Il bilancio dice 14 presenze e 7 gol in stagione. Non male per uno che di mestiere fa la seconda punta. Luan Capanni è uno delle massime espressioni della Lazio Primavera. Classe 2000 è arrivato in estate dal Flamengo. Il giovane ha parlato ai microfoni di ESPN.com.br, svelando i suoi sogni e i motivi della sua scelta di lasciare il Brasile per l’Italia: «Altre squadre hanno chiesto di me, ma io volevo solo la Lazio! Ho a che fare con Lucas LeivaMilinkovic-SavicImmobile, gente che prima vedevo solo nei videogame. Ora ho l’onore di giocarci insieme e sono felicissimo, posso imparare tanto da loro».

LAZIO – «Il mio contratto con il Flamengo era in scadenza. La Lazio mi ha parlato, Igli Tare è stato molto importante per il mio trasferimento. Era una grande occasione, e per me e la mia famiglia venire in Europa è stato un sogno. Altre squadre hanno fatto i loro sondaggi per me, ma il mio desiderio era quello di giocare con la Lazio. Si tratta di una maglia pesante con tanti tifosi, e il fatto di giocare per la squadra della Capitale italiana non è roba da poco».

PRIMA SQUADRA E NAZIONALE – Luan continua parlando del futuro: «Il mio obiettivo è quello di diventare professionista, giocare in Serie A e nei grandi campionati europei, come l’Europa League e la Champions League, ovviamente con la maglia della Lazio. E poi, mi piacerebbe essere convocato nella Nazionale italiana, ho la doppia cittadinanza. E’ un sogno che condivido con la mia famiglia (la sorella è una judoka e anche lei fa parte della selezione azzurra)».

L’INCENDIO AL FLAMENGO – Infine una chiosa sull’incendio del centro sportivo del Flamengo: «Posso dire che è stata una delle notizie più tristi che abbia mai ricevuto. Mi sono svegliato in Italia e molti dei miei amici dormivano ancora in Brasile. Quando ho acceso la TV, la prima immagine era quella dei container in quella situazione deplorevole. Un paio di volte ci ho anche dormito. Quelle immagini mi sono rimaste in testa per tutto il giorno. Ero arrabbiato, conoscevo alcuni di quei ragazzi. Alcuni mi piacevano e avevano un buon contratto. E’ stato terribile».

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