Il mental coach Corapi: «Sarri sbaglia nella considerazione che ha di noi, la Lazio ha un problema mentale»
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Il mental coach Corapi: «Sarri sbaglia nella considerazione che ha di noi, la Lazio ha un problema mentale»

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Sandro Corapi, mental coach, ha parlato delle ultime esternazioni di Sarri e del momento della Lazio: le sue dichiarazioni

Ai microfoni di Radiosei, il mental coach Sandro Corapi ha parlato così di Sarri e della Lazio:

«Le parole di Sarri sui mental coach? Credo abbia perfettamente ragione. Quando dice che l’80% sono fasulli dice la sacrosanta verità, ma c’è anche un 20% che non lo è. Io ho seri dubbi sul fatto che Sarri sia a conoscenza di cosa fa un mental coach. Rispetto allo psicologo dello sport sono due figure diverse, che non si sovrappongono, ma con lo stesso obiettivo: migliorare la prestazione dell’atleta. Lo psicologo è una figura professionale, il mental coach no. Quest’anno sono dieci anni da quando Petkovic si è avvalso della mia figura per lavorare sulla testa dei 25 giocatori e mi sembra che i risultati siano arrivati, nonostante la sua presenza. Non si devono confondere gli aspetti tecnico-tattici con quelli motivazionali. Io nel 2013 ho fatto dei colloqui individuali per capire lo stato motivo dei ragazzi e ho analizzato i casi. In questo modo ho compreso quali erano gli stati emotivi non del gruppo, ma del singolo individuo. Si fa, poi, una panoramica della situazione e si spiega all’allenatore quello che dovrebbe fare, senza rivelare i singoli casi. Vi sono pratiche di team coaching che possono aiutare i giocatori ad avere fiducia e a limitare i cali. Sarri dovrebbe fare questo, ma dubito che abbia il tempo e le competenze per fare colloqui individuali a tutti i giocatori della sua rosa e, inoltre, non sono convinto che molti giocatori direbbero tutto all’allenatore. Il problema della Lazio? E’ sicuramente mentale. Quando affronti una squadra blasonata già nel corso della settimana l’attenzione e la concentrazione sono diversi. Quando, invece, si pensa di avere la partita in tasca questa tensione potrebbe scendere. Se si va in vantaggio, presumo, si può pensare che per la vittoria sia fatta e la concentrazione scende. Il problema è che se si dà dal 100% e, dopo il gol, il rendimento cala al 98%, per quel minimo 2% anche la squadra più blasonata rischia di brutto, diventa una squadra normale. Penso sia questo il problema, ma la certezza posso averla solo dopo un’attenta analisi. Non dimentichiamoci che i giocatori prima di essere calciatori sono uomini e hanno emozioni, sentimenti. Con loro bisogna lavorare sulla gestione intrapersonale e interpersonale. La prima è come gestire le proprie emozioni, la seconda è come gestire quelle degli altri. Sono competenze fondamentali, un allenatore le ha? Se sì, fantastico. Oltre a essere un allenatore è anche un mental coach».

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