Tare: «Definire un miracolo il secondo posto è sbagliato»
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Tare non ha dubbi: «Definire un miracolo il secondo posto dello scorso anno è sbagliato. Su Guendouzi penso che…»

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Tare, ex DS della Lazio, ha ripercorso la sua avventura in biancoceleste e ha analizzato le caratteristiche di Guendouzi: le dichiarazioni

Igli Tare, DS della Lazio, ha ripercorso la sua avventura in biancoceleste ai microfoni di Radio Deejay:

PAROLE – «Nella Lazio ho cercato di essere me stesso e fare il meglio possibile. Rappresentare una società come la Lazio è un impegno importante e faticoso. E’ stata un’esperienza unica, che porterò sempre con me anche nel futuro. Grazie a questa esperienza sono in grado di affrontare qualsiasi altra avventura. Si è spesso parlato di miracolo. Questa parola mi dà molto fastidio. Io sono convinto che anche quest’anno la Lazio abbia una grande rosa, che può competere per i primi quattro posti. Io penso che il miracolo può essere quando si vince una partita, non quando per un anno intero sei tra le prime quattro del campionato. Quando prendi un allenatore come Sarri e hai una squadra che l’anno prima era arrivata agli ottavi di Champions, vuol dire che sei protagonista di un processo di crescita. Nel calcio si parla troppo spesso di miracoli. Come ad esempio il Bologna di quest’anno o l’Atalanta anni fa: i nerazzurri erano in alto perché lo meritavano, come i rossoblù oggi. I risultati sono frutto del lavoro. Guendouzi? E’ un giocatore veramente forte, anche per la personalità che mette in campo. Ma è completamente diverso da Milinkovic, che era una mezzala di inserimento che decideva le partite da solo: Guendouzi ha caratteristiche da mediano basso o da mezzala, ma non puoi chiedergli le stesse cose che faceva Milinkovic».

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