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Editoriale

Giù le mani dalla Lazio!

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L’analisi di Steaua-Lazio, andata dei sedicesimi di finale di Europa League, vinta dai rumeni con il risultato di 1-0

Quattro sconfitte consecutive che fanno rumore. Un rumore assordante in grado di rimettere in discussione tutto. Eppure se ognuna di queste quattro partite fosse state estemporanea e soprattutto fosse capitata dopo una striscia lunga di vittorie consecutive, si sarebbe parlato di una Lazio sfortunatissima. Quasi sempre manca equilibrio in questo ambiente, bravo ad esaltare così come a distruggere in breve tempo. La squadra di Inzaghi è in evidente difficoltà ed è impossibile negarlo, ma in questo momento niente le gira bene. Basta pensare che i tiri in porta subiti equivalgono spesso ai gol subiti. Le critiche sul turnover? Giuste se nelle ultime partite la Lazio avesse brillato, ma troppo in fretta ci si dimentica delle prestazioni fatte da Luis Alberto, Immobile, Parolo e Lulic a Napoli, così come contro il Genoa. La verità è che quando non si vince hanno ragione sempre gli assenti. Almeno otto occasioni da gol nitide capitate sui piedi di quasi tutti i calciatori ieri in campo e veramente può solo essere colpa delle eccessive rotazioni? Considerando il momento di forma che stanno attraversando i big, probabilmente bisognerebbe dare più spazio alle “seconde linee”,   invece che aggrapparsi sempre sugli stessi. Resta il fatto che se fossero entrati due dei tanti palloni che la Lazio è riuscita a portare fino al limite dell’area piccola, oggi i discorsi sarebbero stati diversi, con tanti elogi per una squadra che si sarebbe parzialmente risollevata. C’è ancora un’ampia possibilità di passare il turno, ma ora tutti devono scendere in campo. Anche quelli che criticano dalla poltrona e non ricordano neanche la strada per andare all’Olimpico. Sempre a patto che questi signori siano realmente tifosi. Sono bravi tutti a criticare quando niente va per il verso giusto, ma chi l’aiuta la Lazio quando tutto va male? Semplice, i tifosi. Adesso considerare tali i bacchettoni, i criticoni e i fenomeni da tastiera, che non aspettavano altro per cominciare a buttare tutto all’aria, inizia a essere complicato.

DIFFICOLTÀ FISICA – E ora passiamo al campo e ai ‘VERI’ motivi per cui la Lazio non è più la stessa. L’aspetto fisico continua ancora a preoccupare e di conseguenza ne risentono anche quello tecnico e tattico. La squadra ha speso molto ieri, ma in parecchie circostanze ha peccato di brillantezza. Poco lucida in alcuni frangenti chiave e troppo lunga tra i reparti. La grinta dei rumeni ha messo in difficoltà la Lazio, sempre alle prese con una condizione fisica precaria e incapace di avere l’equilibrio tattico e mentale dei giorni migliori.
Fino a qualche mese fa l’acqua andava per l’orto e tutte le ciambelle sembravano riuscire con il buco e la squadra non sembra riuscire a vedere la luce in fondo ad un tunnel sempre più buio. Tutti i limiti sembrano essere più evidenti, tutti i difetti sembrano esser stati messi a nudo e il gioco della Lazio pare esser diventato terribilmente leggibile. Invece i biancocelesti stanno semplicemente attraversando uno dei tanti periodi che capitano alle squadre protagoniste assolute in tre competizioni. Il sole tornerà a splendere presto, ma fino a quando ci saranno le nuvole, bisogna evitare di far cadere grandine su questa Lazio. I ragazzi, il mister e la società non lo meritano.

RIPARTIRE – Parlare di periodo difficile è un eufemismo. Serve come il pane una vittoria per invertire il trend negativo e il calendario in questo periodo sembra essere un alleato importante. Le prossime due partite dovranno essere trasformate senza “se” e senza “ma” in altrettante vittorie. Liquidare Verona e Steaua per rimettersi in carreggiata su due fronti: questo è l’imperativo. La Lazio deve tirarsi fuori da questa crisi e deve farlo al più presto. Le partite ci sono ogni tre giorni e le altre non aspettano. Uscire ai sedicesimi di Europa League sarebbe una grandissima delusione, forse la più grande che questa stagione possa riservare. Tornare con un pareggio dalla Romania avrebbe aiutato la Lazio a vedere il bicchiere mezzo pieno, invece il momento negativo non accenna a finire. La squadra deve risollevarsi e ad aiutarla devono essere gli uomini di maggiore personalità. I senatori insieme ad Inzaghi devono salvarsi da queste sabbie mobili. Nulla è perduto, ma ora più che mai bisogna dimostrare di essere forti. Non può finire tutto in questa maniera, non può interrompersi una magia che dura da agosto. La Lazio è nel peggiore momento della stagione e per uscirne ha bisogno dei propri tifosi. Bisogna uscire dalla crisi tutti insieme. La squadra ha bisogno di calore, di entusiasmo, di allegria e la migliore medicina per ritrovare tutto ciò è esibirsi dinanzi ad una bolgia. Mano sulla coscienza e sul cuore. Ora tocca a voi. Via la coperta, c’è bisogno di prendere la sciarpa. La Lazio ha bisogno dei laziali. Quelli veri!

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