L'ANALISI DEL GIORNO DOPO - Riecco la vecchia Lazio. E l'albero di Natale adesso può aspettare...
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Editoriale

L’analisi del giorno dopo – Riecco la vecchia Lazio. E l’albero di Natale adesso può aspettare…

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L’analisi di Lazio-Cagliari, partita terminata con il risultato di 3-1 per i biancocelesti. A segno Milinkovic, Acerbi e Lulic

A Natale puoi…vincere e convincere come quest’anno non hai fatto mai. Non è cambiato il modulo, ma tutto il resto. Dall’atteggiamento, alla grinta, alla voglia di ottenere i tre punti. La squadra ha reagito, si è rialzata, ha ripreso a macinare gioco e chilometri. La squadra c’è. La Lazio c’è. E questa è la notizia più bella. Dopo la vittoria con la Spal, i biancocelesti erano entrati in un tunnel che sembrava non avere uscita e invece i ragazzi d’Inzaghi stanno iniziando a vedere la luce. Una rondine non fa primavera, la Lazio era malata fino a ieri alle 12:30 e oggi è ancora in convalescenza, per tornare a stare bene servono 6 punti nelle prossime due partite. Per chiudere bene un 2018 comunque vada esaltante, serve mantenere il quarto posto e tenere a distanza di sicurezza le tante squadre in lizza per un posto Champions.


SERGEJ RITORNO A METÀ –
Passano soltanto 12 minuti e la Lazio va in vantaggio. Lo fa con il calciatore più atteso e sottotono di questa stagione. Sergej torna al gol e scoppia in lacrime. Gesto emblematico e che racconta tutta la fragilità di un ragazzo, a cui le tante voci estive non sono rimaste indifferenti. Le critiche per un Mondiale così così, il suo nome ogni giorno accostato ad un club diverso, una squadra che non vola più come lo scorso anno. Tutte componenti che non hanno aiutato un ragazzo di 23 anni, ancora troppo lontano dall’essere un campione, ma non c’è fretta. Le pressioni nel calcio fanno la differenza e Milinkovic in quel pallone scaraventato alle spalle di Cragno, spera d’averne lasciate parecchie. Si è tolto un peso e la speranza è che da qui in avanti, i tifosi della Lazio possano vedere il Sergej, che quest’estate ha fatto bussare alla porta di Formello tutti i top club europei. Il gol dovrebbe restituirgli quella fiducia che nel tempo si stava smarrendo, aiutandolo oltre che nelle reti e negli assist anche nelle prestazioni. La prova di ieri non è stata esaltante, nonostante sia tornato a battere il portiere avversario. Alla Lazio serve di più. Il ‘sergente’ lo sa e intanto ha messo tutti sull’attenti.

MAGIC LUIS – C’è un motivo semplice per spiegare la crisi in cui si è ritrovata la Lazio. Problemi di spogliatoio? No, basta vedere le esultanze ai gol, gli scambi continui d’affetto sui social. Nessun malcontento quindi, la causa è molto più semplice. La differenza in qualsiasi squadra la fanno i calciatori più tecnici, di maggior qualità. In modo ancor più cinico si può dire, che la fanno ‘quelli forti’. E questi fino ad ora alla Lazio sono mancati. Per motivi diversi, i due che hanno trascinato la squadra nella passata stagione, fino a ieri avevano dato poco e niente alla causa. Se per Milinkovic i motivi della crisi possono essere molteplici, per Luis Alberto ce n’è uno semplice: la pubalgia. L’infiammazione al pube ora pare averlo lasciato in pace e i risultati si erano già iniziati a vedere nelle ultime gare. Il tiro salvato sulla linea col Sassuolo e poi ribadito da Parolo, le quattro palle gol nate dai suoi piedi con il Milan, la punizione con la Samp da cui scaturisce il rigore, l’assist a Acerbi per il gol annullato a Bergamo. Tutti segnali che hanno trovato la conferma definitiva nella gara di ieri. Nessun assist, nessun gol, ma tante giocate che solo i suoi piedi riescono a partorire. La Lazio aveva bisogno della qualità dei suoi migliori interpreti per risollevarsi e Inzaghi li ha messi tutti dentro. Milinkovic, Luis e Correa parlano la stessa lingua. Tutti dietro al catalizzatore del gioco Ciro Immobile, il primo a risentire del momento no passato dai suoi compagni. Nessuno ha preso più pali di lui nei maggiori campionati europei (5), il suo apporto però non manca mai. Anche ieri è stato determinante con l’assist che ha chiuso la partita, ma l’astinenza dal gol lo rende troppo nervoso. Due ammonizioni nelle ultime tre partite gli costano la diffida. Qualora non venisse ammonito contro il Bologna, potrebbe saltare un big match contro Napoli o Juve. A questo però ci si penserà a tempo debito, la notizia più importante è che la Lazio ha dato segnali di ripresa e lo ha fatto senza i gol del suo bomber. Tre reti, nessuna firmata da Ciro. I suoi gol arriveranno, intanto Inzaghi si gode una squadra ritrovata. Senza cambio di modulo e senza rivoluzioni. Nonostante in questo periodo vada di moda, l’albero di Natale può ancora aspettare.

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