Luis Alberto, seconda parte: «Nella Lazio persone che non capiscono di calcio. Promesse non mantenute? Questo lì non cambierà mai»
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Luis Alberto, seconda parte: «Nella Lazio persone che non capiscono di calcio. Promesse non mantenute? Questo lì non cambierà mai»

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Luis Alberto, seconda parte: «Nella Lazio persone che non capiscono di calcio. Promesse non mantenute? Questo lì non cambierà mai». Le parole

Luis Alberto non si è risparmiato qualche attacco frontale alla dirigenza della Lazio nella seconda parte della sua lunga intervista a Il Messaggero.

Con la dirigenza invece l’amore non è mai sbocciato…
«Ha sbagliato tante cose. Secondo me i tre momenti cruciali sono stati l’addio di Inzaghi, quello di Tare e infine quello di Sarri. Lì si era capito che non si sarebbe andati da nessuna parte. In più quando subentra gente che ci capisce tanto di calcio diventa tutto più difficile e ora lo sarà ancora di più».

Si spieghi… 
«O rinnovano tutto o sarà dura. Menomale che c’è un allenatore che dice quello che pensa e capisce di calcio, almeno lui. Ma se il resto delle persone non lo seguono…».

A Formello ci sono diversi suoi ex compagni in attesa da tempo per il rinnovo, lei può capirli…
«Io quando mi stancavo delle parole non mantenute, non mi presentavo. La gente diceva che era solo per i soldi, ma il tifoso che mi conosce davvero sa che era una questione di rispetto. Non si cambiano gli accordi di giorno in giorno. I giocatori a lungo andare si stufano. Ma queste cose lì non cambieranno mai».

Sente ancora qualcuno? 
«Patric, che sta in un momento buio, Gila e Pedro, poi Zaccagni, con cui in estate mi sono visto a Ibiza, mentre Cataldi l’ho visto a maggio assieme ai magazzinieri e ai team manager. Roma è la mia seconda casa e chissà se un giorno non diventerà la prima (ride, ndr)».

La squadra del 2019-20 oggi potrebbe lottare per lo Scudetto? 
«Maledetto Covid, eravamo pazzeschi. Scudetto non lo so, il calcio è cambiato molto, ma di sicuro arriverebbe in Champions».

Come va in Qatar?
«Non me l’aspettavo così bene. La mia famiglia è felicissima e dove le pressioni scendono si sta meglio. Purtroppo riesco a giocare meno a golf perché fa troppo caldo. È un’eterna estate».

Piani per il futuro?
«Mi piacerebbe allenare, ma per ora voglio giocare almeno altri 3 o 4 anni se il corpo mi assiste».

Quali modelli ha?
«Fabregas, Xabi Alonso e Guardiola. In più ho avuto la fortuna di essere allenato da Inzaghi e Sarri. Mi piace il 4-3-3 e il 4-2-3-1, e con me il 10 giocherà sempre».

Ora alla Roma c’è Gasperini. Che derby si aspetta?
«Le partite con la sua Atalanta erano sempre toste. Nei derby cambia tutto, non si guarda la classifica. È come se fossero due gare secche durante l’anno. Ci sono due allenatori nuovi che hanno ancora bisogno di tempo per lavorare, per questo penso che sarà un match di attesa, quasi pauroso».

Su chi scommette?
«Pedrito, sono le sue gare. Ma se devo pregare per qualcuno affinché segni, allora dico Cataldi. Sarebbe davvero bello».

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