Patric: «Quando abbiamo iniziato a lavorare con Sarri sapevamo che i risultati sarebbero arrivati»
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Patric: «Quando abbiamo iniziato a lavorare con Sarri sapevamo che i risultati sarebbero arrivati»

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Patric: «Quando abbiamo iniziato a lavorare con Sarri sapevamo che i risultati sarebbero arrivati». Le parole del difensore

Intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel il difensore della Lazio, Patric, nel giorno del suo 30esimo compleanno ha parlato del legame che lo unisce con la maglia biancoceleste. Le sue parole:

SULLA CARRIERA– «Tutti mi stanno spaventando, mi dicono che quando arrivano i 30 anni si sente la vecchiaia, ma per ora sto bene (ride, ndr). Io devo ringraziare il calcio per quello che mi ha insegnato nella vita, non solo come calciatore. Poi la mia carriera è in crescita, mi sono sempre riuscito a migliorare e questo mi rende felice. Ogni anno cerco di essere prima una persona migliore e poi un calciatore più forte. La mia carriera parla di crescita, dice che niente è impossibile. I momenti di difficoltà possono durare mesi o anni, ma vanno superati con sacrificio, lavoro, umiltà. Se vuoi una cosa veramente, non basta dirlo, ma bisogna farlo. Ci sono stati momenti non buoni, ma io sono sempre stato dalla parte dei tifosi, ho sempre amato questa maglia. Loro sono liberi di dire quello che pensano, noi siamo pagati per giocare e anche molto, quindi è giusto che critichino quando non diamo il massimo»

I RINGRAZIAMENTI– «Tutto quello che ho fatto l’ho fatto per la squadra e la Lazio. Io devo ringraziare tutti, sono riuscito a imparare da chiunque: da chi è ancora qui a chi è andato via come Biglia, Lulic, Leiva, ma anche le persone dello staff. Sono cresciuto in campo e fuori. Ho sempre cercato di imparare da loro, giocatori e non, per diventare una persona migliore. Oggi sono contento dell’affetto del popolo laziale, spero di dargli altre soddisfazioni »

POSIZIONE IN CAMPO– «Io sono sempre stato un giocatore di squadra, non ho posizione o ruolo. Non farò mai giocate strepitose. Tutti gli allenatori mi hanno sempre voluto, perché in campo do il massimo e mi sacrifico sempre, nei momenti belli o brutti possono contare su di me. Sono uno che gioca per la squadra. Colpi di testa? Dal punto di vista fisico e aereo sono cresciuto, non è il mio punto di forza, ma lavoro tutti i giorni per migliorare quei punti deboli che trovo. Voglio imparare tutti i giorni. In difesa stiamo lavorando bene, i numeri lo dicono, ma i complimenti vanno fatti alla fine, ci sono ancora molti punti a disposizione »

COMPAGNI– «Luis Alberto è il ‘Mago’. Da Natale ci sta dando quel salto di qualità quel palleggio che solo lui ha. Se lui c’è con a testa e dà il 100% fa la differenza, sappiamo che ha qualcosa in più a livello di passaggi e tecnico. Ora sta lavorando anche dal punto di fisico. Il colpo di tacco? Lo conosco da tanto, non mi stupisce. Sono andato da lui gli ho chiesto ‘che hai fatto’ e mi ha detto ‘mamma mia, come gioco bene’. Da Pedro ho imparato tantissimo, lo conosco dal Barcellona, ma non così bene come ora. Lui è finto, non può essere così. Sembra che non abbia mai vinto nulla, sembra il Romero della situazione. Ha un’umiltà pazzesca. Gila ha grande potenziale, deve lavorare e crescere, sarà un centrale strepitoso perché ha ottime caratteristiche »

SU SARRI– «Da quando lavoriamo con il mister si vedeva che c’era qualcosa in più dal punto di vista difensivo. L’anno scorso è stato difficile. In estate sono arrivati giocatori adatti alle sue richieste, perfetti per muoverci come dobbiamo. Sapevamo che i risultati sarebbero arrivati, era solo questione di tempo. Noi vogliamo imparare ancora, ma siamo contenti di quello che stiamo facendo »

GARA COL TORINO– «La stiamo preparando con entusiasmo, ragionando partita per partita. Il Toro fa faticare, sarà piena di duelli, palle alte, seconde palle. Loro ti vengono a prendere alti, non lasciano molto spazio di giocata e ton concedono tanto, dovremo sfruttare le occasioni giuste. Dobbiamo essere concentrati e allegri. La musica? Aiuta in questo senso »

SU IMMOBILE– «Voglio mandare un abbraccio a Ciro e alle sue figlie, sappiamo che sta bene, ma ci siamo spaventati molto. Lo aspettiamo il più presto possibile»

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