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2014

La strana storia di Ciani: da esodato a titolare

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Barba lunga e folta, un look da guerriero. Quattro partite giocate di fila, tre in una settimana. Michael Ciani s’è rilanciato, è diventato titolare accanto a De Vrij. Aveva sperato nella cessione sino all’ultimo giorno di mercato, sino all’ultimo minuto, ma saltò tutto. Alle 23 dell’1 settembre scorso, pochi minuti dopo il gong, sul suo profilo Twitter spuntò una faccetta senza sorriso, con una pistola puntata alla tempia. Il messaggio, ben visibile, era inequivocabile: «Sono disgustato», scrisse. Il motivo dello sfogo non era specificato, era facilmente intuibile. Si erano spente le possibilità di cessione (forse al Metz). Ciani tagliò corto: «Buonanotte…», rispose ai tifosi che chiedevano chiarimenti. Ciani, oggi, è il vice Gentiletti. Lui che doveva andare via, lui che è in scadenza a giugno, lui che nelle gerarchie, solo due mesi fa, era il quinto difensore centrale dietro De Vrij, Gentiletti, Cana e Novaretti. Era fuori dai piani, era fuori da tutto. Lui lo sapeva, gli era stato detto, gli era stato spiegato. Come riporta Il Corriere dello Sport, ad agosto era arrivata un’offerta del Cardiff, il francese disse no (erano pronti circa due milioni di euro per il cartellino). Nel gennaio 2014 aveva scartato l’ipotesi di trasferirsi al Norwich. Rimase a Roma senza molte speranze, con l’idea di liberarsi a parametro zero a giugno. Oggi Michael Ciani ha scalzato Cana, s’è preso la maglia da titolare, ha risposto con i fatti, oltre ogni previsione. «Sono un testardo cronico», s’è sempre definito così. Marcantonio e marcatore, è un combattente, è uno che non s’arrende, che non s’abbatte nelle difficoltà, che non si dà per vinto. La Fiorentina, il Torino, il Verona, il Cagliari: ha giocato sempre Ciani, ha resistito alle fatiche, ha fatto gli straordinari, ha sbagliato poco o niente. S’è associato a De Vrij, sa stargli accanto. Ciani lunedì sera è stato decisivo su Cossu, l’ha anticipato al momento del tiro, ha salvato la Lazio. Sicurezza e tempismo, s’è esibito mettendo in mostra queste caratteristiche. Ciani non aveva mai convinto pienamente, è sempre incappato in qualche errore. E la fortuna non l’ha aiutato: contro il Torino quel disimpegno in scivolata diventò un assist per Farnerud (gol del momentaneo 1-1 dei granata). Ciani non s’è perso d’animo, ha reagito. Ha una continuità mai vista, deve conservarla, può cambiare il futuro. Ha il contratto a termine, nella vita non si sa mai, chissà se riuscirà a guadagnare il rinnovo. Monsieur Fantastique, così l’hanno soprannominato tempo fa a Lazio Channel. Quando è in forma il soprannome calza a pennello. Michael è il suo nome e c’è un perché: «Mia madre adorava Michael Jackson e per questo mi ha dato il suo nome. Poi è diventato il mio cantante preferito, rimarrà per sempre il re del pop», raccontò una volta il francese. E’ uno di quelli che ti prende la targa e non la molla, ti tampina, fa valere il fisicaccio, non si fa buttare giù facilmente. S’è formato in Francia, Laurent Blanc lo adorava, l’ha allenato al Bordeaux. E prima ancora lo guidò Guy Roux – il santone francese, il maestro di Cisse – s’invaghì di lui ai tempi dell’Auxerre. Ciani, in Francia, era molto conosciuto. Fu votato miglior difensore del Paese nel 2010: «Una soddisfazione enorme aver ricevuto il premio dai miei colleghi», disse. In Ligue 1 guadagnò consensi, ma non riuscì mai a conquistare grande spazio in Nazionale (solo una presenza nel 2010). Barba lunga e folta, nonostante il look è un gigante buono, s’è sempre fatto amare e rispettare. Calciatore, cantante, attore, è un tipo alla Cisse (senza stravaganze). La musica è la sua grande passione. Hip hop, R&B «amo ogni stile americano. Ascolto di tutto. La mia casa discografica lancia diversi generi, anche Soul», sono frasi che appartengono ai suoi racconti. In campo, però, non fa ballare nessuno.

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