FOCUS - La misteriosa esclusione di Keita, tra voci ingombranti e scelte tecniche a sfavore: le gerarchie si sono invertite? - Lazio News 24
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2014

FOCUS – La misteriosa esclusione di Keita, tra voci ingombranti e scelte tecniche a sfavore: le gerarchie si sono invertite?

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Torniamo indietro. Di qualche settimana. O perchè no, di qualche mese. Torniamo a maggio, giugno, luglio. Scegliete voi, non cambia poi granchè. In molti (non sarebbe sbagliato dire tutti), indicarono questa come la stagione della consacrazione di Keita Balde Diao. Dai problemi burocratici fino ai sei, intensi, mesi con la Primavera di Bollini, coronati dalla conquista del tricolore. Poi il ritiro con la prima squadra, l’esordio in Serie A, di nuovo qualche spezzone con i ‘piccoli’. E ancora, il primo gol da professionista, la prima magia (contro il Napoli), fino all’esplosione conseguente alla partenza di Hernanes. Già, perchè Keita con il buon Edy Reja il campo ne ha visto parecchio, si è preso in mano la Lazio, scendendo in campo – praticamente sempre – dal primo minuto. Tra gol, assist e un’infinità di accelerazioni, il popolo biancoceleste era certo di avere in casa un fuoriclasse, un talento cristallino ad un passo dalla fioritura definitiva. Un talento pronto a diventare un’icona per i bambini, come accadde qualche stagione fa con Zarate. La stagione termina, nel nono posto della Lazio l’unica cosa da salvare è proprio la scoperta del gioiellino classe 1995.

FIDUCIA E RINNOVO – Cambia molto la Lazio, in estate. Dall’allenatore allo staff tecnico, fino, ovviamente, ai calciatori. C’è chi va (pochi) e chi viene. C’è anche chi resta. Senza discussioni. Marchetti non si muove, Candreva non si muove, lo stesso dicasi per Radu, Biglia, Onazi e Lulic. Lo hanno definito un ‘cantiere aperto’. Un cantiere che però non può fare a meno di Keita. Arrivano le offerte di Juventus e Liverpool, ma Lotito non ha dubbi, crede nel ragazzo e gli rinnova il contratto. Inizia la preparazione, arrivano le prime critiche. Qualcuno storce il naso, vede un giocatore in difficoltà, senza la giusta cattiveria. L’agente Savini getta acqua sul fuoco, mentre Pioli lo comincia a ‘marcare stretto’, è maestro in questo. Contro il Bassano, in Coppa Italia, sembra esser tornato il ‘vecchio’ Keita. Passo indietro a San Siro, ma si sa, una partita storta può capitare a tutti. C’è la sosta, passano quindici giorni: all’Olimpico arriva il Cesena. Pratica facilmente superata da Candreva & Co., ma è proprio l’ex Barcellona l’unico a non brillare.

GERARCHIE INVERTITE – Nessun campanello d’allarme, al momento. Eppure Keita, contro il Genoa, si accomoda per la prima volta in panchina. Pioli gli preferisce Felipe Anderson, che nel primo tempo del Marassi risulta uno dei migliori. Gli infortuni di Biglia, Basta e Gentiletti, poi, gli ‘impediscono’ di entrare in campo a partita in corso. Turno infrasettimanale, la Lazio è chiamata alla vittoria contro l’Udinese. Rispetto al match contro i liguri vengono cambiati sette undicesimi, ma per Keita ancora non c’è spazio. Il numero 14 fa il suo ingresso a quindici minuti dal termine, suona la carica rendendosi immediatamente pericoloso, ma è Stramaccioni a portare a casa i tre punti. Uno spezzone che non smuove minimamente le gerarchie di Pioli, che adesso sembrano cambiate davvero. Domani sera c’è un vero e proprio bivio al Barbera contro il Palermo, per Keita si profila la terza panchina consecutiva. E stavolta gli verrà preferito capitan Mauri. E’ diventata la terza scelta?

MOTIVAZIONI – “Non ho intenzione di rincorrere le voci, sono scelte esclusivamente tecniche. In attacco ho diverse possibilità, se ho fatto queste scelte è perché ritenevo fossero giuste. Keita è entrato bene contro l’Udinese, ha le qualità per diventare un campione, però deve migliorare in alcune situazioni”, ha spiegato quest’oggi Pioli in conferenza stampa. Di quali voci si parla? Qualcuno dice si sia ‘montato’ la testa, qualcun altro che non si alleni bene. La verità, probabilmente, l’ha spiegata l’agente Savini: “L’allenatore preferisce Felipe Anderson perché più consono ai compiti tattici che lui chiede”. Verità? Ci fidiamo. Non resta che rimboccarsi le mani allora. Allenarsi bene e aiutare la squadra in fase difensiva, perchè dovrebbe essere proprio questo il problema del giovane Keita. Il talento c’è, lo sanno tutti. Ma serve il salto di qualità per diventare un campione vero.

PUBBLICATO IL 28/09 ALLE ORE 20,45

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