Caso scommesse, Maffei: «Questa è solo la punta dell'iceberg»
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Caso scommesse, Maffei sicuro: «Questa è solo la punta dell’iceberg, ecco perchè»

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Caso scommesse, Fabrizio Maffei, noto giornalista, ha commentato l’inchiesta che sta scuotendo il mondo del calcio: le dichiarazioni

Intervistato da RadioRomaSound 90FM, Fabrizio Maffei ha parlato così del caso scommesse scoppiato negli ultimi giorni:

CASO SCOMMESSE – «La mia esperienza mi insegna di rimanere cauto nei giudizi. Bisogna guardare i fatti, le carte e le notizie certe già uscite. Vedremo nei prossimi giorni cos’altro uscirà. Fabrizio Corona è un personaggio a noi noto che vive per la notizia e sembra fornito di molte prove. Io dico di non sottovalutare le sue informazione e il suo lavoro. Adesso bisognerà capire in che modo agirà la procura che ha convocato lo stesso Corona in qualità di persona informata sui fatti e non come indagata».

PARAGONE COL 2006 – «Beh nel 2006 si trattava proprio di una preparazione a tavolino di partite e risultati. In questo momento ancora non è chiaro se scommettessero su eventi calcistici o se scommettessero su siti illegali e giocassero ai più noti giochi d’azzardo. L’unico che sembra essere uscito allo scoperto è Zaniolo che ha dichiarato di scommettere ma non suo calcio».

CREDIBILITA’ DEL SISTEMA – «Non la penso così. Questi sono giocatori, sono ragazzi molto giovani che evidentemente hanno un problema e amano scommettere, ma sono un nickname che allo scuro di tutti giocano su siti protetti e le società non ne sono a conoscenza. Se poi verrà provato un coinvolgimento da parte delle società la giustizia farà il suo corso».

DISAGIO COMPLESSIVO – «Quello della pausa nazionali è un periodo morto dal punto di vista delle notizie e in questo momento tutti stanno cavalcando l’onda e secondo me senza delle vere prove. Poi questa vicenda ci racconta di un disagio più generale e ampio dal punto di vista sociale. Questa è una generazione che si isola con cellulari e computer e resta sola, la solitudine poi porta a fare cose sbagliate e a rifugiarsi su internet per sentirsi “vivi” e trovare l’adrenalina non dalla vita vera. Quello dei calciatori è un caso eclatante ma che è solo la punta di un iceberg molto più grande, dimostrazione di un problema sociale e più ampio».

BOLLA DI SAPONE O VICENDA CONCRETA – «Non mi sento di indicare con certezza nessuna delle due strade. Ci sono due possibili epiloghi: potrebbe finire come terminano spesso le cose qua in Italia, grande polverone, tanti nomi coinvolti che diventeranno troppi e quindi si farà finta di niente; oppure la giustizia svolgerà il suo lavoro, farà il suo corso e infliggerà pene economiche e squalifiche con la conseguente sospensione del contratto di lavoro».

SILENZIO DEGLI INDAGATI – «Sicuramente fa parte di una strategia difensiva dettata dagli avvocati e penso che in questo momento meno parlano e meglio è».

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