Conferenza Patric: «Ho sofferto di depressione, orgoglioso del mio percorso alla Lazio. Sui nuovi arrivati...» - Lazio News 24
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Conferenza Patric: «Ho sofferto di depressione, orgoglioso del mio percorso alla Lazio. Sui nuovi arrivati…»

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Conferenza Patric: il difensore centrale della Lazio è intervenuto in sala stampa da Formello alla vigilia della gara col Bologna

Patric, difensore della Lazio, ha presentato in conferenza stampa la sfida di domani contro il Bologna, 11^ giornata di campionato. Le sue dichiarazioni.

BOLOGNA-LAZIO – «Ormai il calcio di oggi è così, si gioca sempre e tanto. Sarà una settimana fondamentale, ci giochiamo tanto, ma ora conta il Bologna. Sarebbero tre punti uguali agli altri. Loro stanno facendo una buona stagione, sarà difficile. Alla mia crescita ha contribuito anche il mister, con la sua idea di calcio. Il mio passato a Barcellona, con un’idea simile di calcio, mi ha aiutato. È una delle ragioni per cui sono voluto rimanere qui quando ero in scadenza»

MIGLIOR PATRIC DI SEMPRE – «Sì sono contento, sono migliorato. Mi piace parlare di più del secondo aspetto. La mente gioca un ruolo fondamentale. A volte, quando siamo giovani, il troppo entusiasmo ci fa commettere degli errori»

BOLOGNA – «Squadra molto organizzata, stanno prendendo pochi gol. Avanti hanno giocatori forti, da Orsolini a Zirkzee. Questa squadra da quando ha Motta ha una grande identità e sta facendo delle grandissime cose»

INIZIO DI STAGIONE – «Ancora ci domandiamo perché abbiamo avuto questo inizio di stagione. L’importante è la prestazione, anche se il risultato a volte non è stato buono. La colpa è nelle prime due gare, da Feyenoord invece dobbiamo imparare tanto. Non ci possiamo rilassare mai. Togliendo le prime due, penso che abbiamo preso la strada giusta»

MESSI E L’OTTAVO PALLONE D’ORO – «Ho avuto la fortuna di allenarmi con lui tante volte. Non ci sono parole per descriverlo, nessuno si è avvicinato al suo talento in questa decade»

SCATTO MENTALE – «Venivo da una buona stagione, quella interrotta dal Covid che eravamo secondi. Non ho mai parlato di queste cose, ora ho l’opportunità di farlo. Ho sofferto tanto quando sono stato a casa da solo. Dal nulla ho cominciato ad avere problemi di depressione e ansia, tutto è diventato buio. Così ho cominciato a lavorare con un mental coach e con altri esperti fuori. Ho dovuto fare la mia peggior stagione alla Lazio, giocando sempre perché Luiz Felipe si era fatto male, per crescere. Potevo mollare, ma non l’ho fatto. Adesso sono contento dell’uomo che sono diventato»

RIGORE DI IMMOBILE CON LA FIORENTINA – «Io sono uno molto passionale, certe volte faccio cose che non mi appartengono. Quando mi rivedo mi vergogno anche. Quindi non lo so perché l’ho fatto, ma è stata una reazione spontanea. È stato bellissimo vedere la gente esplodere al momento del gol»

PERCORSO NELLA LAZIO – «Mi sento fiero di questo, da bambino sono diventato uomo. Provo tante emozioni per questa maglia e per questa città. Sono fiero, al di là di eventi positivi e negativo. Mi sento un laziale in più e felice di raggiungere certi numeri»

NUOVI ARRIVATI – «Li vedo molto bene. Sono arrivati giocatori con tante presenze, giocatori maturi. Ci sta che qualcuno ci metta qualche mese a prendere il ritmo del calcio italiano. Sono ragazzi che soprattutto sono sempre concentrati durante gli allenamenti. Piano piano stanno prendendo la mano, chiedono sempre per poter imparare»

RUOLO E NAZIONALE – «Da giovane giocavo da mediano e poi mi hanno spostato sull’esterno. Dal nulla ci siamo trovati a giocare nel 3-5-2, non sono per niente un esterno destro. Poi è vero che piano piano mi ha messo nella difesa a tre con Inzaghi e mi sentivo meglio»

SOLIDITA’ DIFENSIVA – «Per noi è fondamentale, la cosa più importante dello scorso anno. Dobbiamo ritrovarla, dobbiamo essere solidi e organizzati per riuscire a stare lì sopra. Penso che aver giocato tanti anni al Barcellona mi ha aiutato per impostare bene da dietro»

LUIS ALBERTO MAI CONVOCATO DALLA SPAGNA – «Si dice sempre che il calcio italiano è molto diverso da quello italiano, ma non è vero. Guardano di meno i calciatori che giocano qui e pensano di più quelli in Spagna»

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