Cana: "Abbiamo ritrovato i nostri tifosi, sabato possiamo fare bene. Rinnovo? Non vado via a gennaio!" - Lazio News 24
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2014

Cana: “Abbiamo ritrovato i nostri tifosi, sabato possiamo fare bene. Rinnovo? Non vado via a gennaio!”

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Come riporta il Corriere dello Sport, sabato durante il ritiro della Nazionale albanese a Milano, il capitano delll’Albania e giocatore della Lazio Lorik Cana ha rilasciato una lunga intervista dove parla della Lazio, del momento che sta vivendo la squadra e della sfida di sabato contro la Juventus.

Da difensore, cosa pensa di Tevez?

«Non è solo un attaccante, uno che segna tanto, è un giocatore completo e fortissimo. Quando lo vedo sul campo, penso a un campione».

Cosa può opporre la Lazio alla Juve?

«Noi stiamo bene e stiamo facendo bene. Solo all’inizio abbiamo avuto qualche difficoltà a fare risultato, partite come quelle di Marassi con il Genoa e prima ancora di San Siro con il Milan potevamo vincerle».

Però la sconfitta di Empoli pesa. Cosa ha detto al suo connazionale Hysaj?

«Niente, anche perché all’inizio era in panchina. E’ entrato quando noi abbiamo messo Felipe Anderson e ha giocato bene, perché Felipe è forte. Solo che la Lazio non può perdere partite di quel genere».

Lazio-Juve è una partita fondamentale per tutt’e due?

«Per la Juve lo sono tutte. In casa o fuori, deve vincere sempre. Noi abbiamo una squadra in forma, possiamo vincere perché giochiamo in casa e perché abbiamo ritrovato i nostri tifosi. Questo è un aspetto importante».

E’ più difficile per l’Albania giocare contro la Francia o per la Lazio sfidare la Juve?

«Lazio-Juve è più equilibrata di Francia-Albania, anche se a Rennes abbiamo giocato forse la migliore partita della storia del nostro calcio. Sull’1-0 per noi potevamo raddoppiare almeno in due occasioni. La Juve resta favorita, però la Lazio non guarda mai nessuno da sotto».

Domenica sera a San Siro ha salutato Candreva? Visto che razza di gol ha fatto alla Croazia?

«Non sono riuscito a incrociarlo, ma non sono stupito né del suo gol, né della sua prestazione. Quando lui è il “focus”, quando avverte le responsabilità sulle spalle e quando la gente lo carica, Candreva gioca a quella maniera. Ha qualità straordinarie. Solo che nella Lazio ogni tanto se ne dimentica e non riesce a giocare al suo livello. Per me è fortissimo».

La ragione della risposta è chiara: Cana vuole motivare Candreva, sa che può diventare ancora più forte se prende consapevolezza dei suoi mezzi. E lo spinge. Nella Lazio fa l’esterno nel 4-3-3, in Nazionale ha giocato da interno. Lei come lo vede?

«Nella posizione di interno c’è rimasto per mezz’ora, prima dell’infortunio di Pasqual. Può giocare anche in quel ruolo perché ha un’ottima tecnica, ha volontà, è intelligente e sa interpretare tutti i compiti a centrocampo».

Si può dire che Pioli abbia dei punti in contatto con De Biasi? Sono tutt’e due molto riflessivi.

«E’ vero. Sanno comunicare con il gruppo, sono vicini ai giocatori e giocano un calcio propositivo».

Si può fare un paragone anche fra l’Albania e la Lazio?

«Noi dell’Albania conosciamo la nostra strada, sappiamo di dover crescere. Noi della Lazio invece abbiamo ambizioni più grandi».

Qual è la differenza più netta?

«Lo spirito e l’organizzazione che abbiamo nell’Albania non ce l’abbiamo ancora nella Lazio, ma stiamo crescendo tanto e bene».

Cosa manca alla Lazio per diventare grande davvero?

«La cattiveria e l’esperienza di gruppo. A inizio stagione abbiamo cambiato modo di giocare, il calcio di Pioli è molto diverso da quello di Reja, c’è stato un cambiamento di mentalità e abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo. Adesso la squadra sa leggere meglio certe partite. E dicevo anche la cattiveria. Facciamo l’esempio di Genova: se in gare del genere non riesci a far gol, devi accontentarti del punto, non le puoi e non le devi perdere. Lo stesso vale per quella di Empoli: sapevamo quanto sono forti sui calci piazzati, eppure abbiamo preso due gol in quel modo».

Non giocando in Coppa, avete più possibilità delle altre di arrivare al 3° posto?

«Il nostro obiettivo è rientrare nelle primi 5 posizioni, sapendo che comunque sarà difficile. Juve e Roma hanno qualcosa in più, lo sanno tutti, ma le altre, Fiorentina, Inter, Milan, Napoli e Lazio sono tutte sullo stesso livello. Noi dobbiamo crescere e non perdere tante partite».

Non pensa di avere poco spazio nella Lazio anche ora che non c’è Gentiletti?

«Il primo anno è stato delicato, sono rimasto fuori 3 mesi per infortunio. Nelle altre due stagioni ho fatto le partite che mi aspettavo, ho una media di 30 presenze a stagione e quest’anno ne ho giocate più o meno la metà. A me va bene così. Io mi metto sempre a disposizione. Dopo 500 partite, non poche, da professionista, so come gestirmi. Sono molto orgoglioso di giocare nella Lazio».

Il suo contratto con il club biancoceleste scade nel 2016. Cosa vede nel suo futuro?

«A gennaio non vado via. Avevo qualche possibilità nel mercato scorso, poi però ho parlato con Pioli e con la direzione e ho deciso di restare. Mi hanno fatto sentire parte del loro programma e mi hanno voluto nel loro gruppo, per le mie qualità, la mentalità e l’esperienza. Di sicuro non andrò più in là del 2016 con la Lazio. Io sono albanese e dopo sono marsigliese, di cuore e di adozione. Ho giocato nella Ligue 1, nella Premier League, in Turchia e in Serie A, ma prima di chiudere mi piacerebbe conoscere anche la Bundesliga. E’ un campionato che mi piace e mi piacciono anche i tifosi».

Tanto lei parla pure il tedesco…

«Sì, mi alleno con Klose».

Italia-Albania, è la prima amichevole della nostra e vostra storia e lei la giocherà da capitano.

«Per me è un onore. Alla nostra Nazionale questa partita servirà per crescere ancora».

E’ giusto giocarla a Genova con questo tempo?

«Ci hanno detto che si può giocare e a noi fa piacere dare una mano alla popolazione genovese. Ci saranno tantissimi albanesi a Marassi, quasi diecimila, ma se avessimo giocato a Parma o a Bologna sarebbero stati molti di più».

I risultati e le prestazioni dell’Albania nel girone di qualificazione sono sorprendenti.

«De Biasi ci ha dato molto. E’ fiero di lavorare con noi e questo ci rende ancora più forti. Poco dopo il suo arrivo a Tirana, l’ho visto con la bandiera albanese in mano e mi sono chiesto: lo farà per rendersi simpatico alla gente o perché ci crede davvero? Ho fatto presto a trovare la risposta. Ha cominciato a girare l’Europa per vedere i nostri giocatori più bravi e poi ha formato una squadra. Ci ha dato un indirizzo e ci ha fatto crescere».

E voi, come ha scritto L’Equipe, avete dato una lezione di umiltà ai francesi.

«E’ vero. Maturità, piedi per terra, non possiamo diventare subito forti».

Del vostro calcio, fino a qualche tempo fa, si diceva che fosse povero di talenti.

«Ora non lo è più. Abbiamo dei ragazzi forti. E sono albanesi anche Behrami, Shaqiri, Dzemaili, Granit Xhaka, solo che hanno scelto altre Nazionali. Fa male non averli con noi, ma almeno abbiamo un gruppo di giocatori fieri di indossare la maglia dell’Albania».

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