Campania biancoceleste: «Tifare Lazio qui una sfida. Beneficenza? Con la nostra passione offriamo un aiuto»- ESCLUSIVA
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Campania biancoceleste: «Tifare Lazio qui una sfida. Beneficenza? Con la nostra passione offriamo un aiuto»- ESCLUSIVA

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Campania biancoceleste, un gruppo di veri laziali in una città lontana da Roma per chilometri ma che non ferma la passione

Non solo a Roma, i laziali si sa sono in tutto il mondo e non ci sono distanze che possano cancellare la passione per i colori biancocelesti. Così è nato il gruppo “Campania biancoceleste”, e Giovanna, la responsabile del gruppo, ai nostri microfoni ci ha spiegato come è nato questo progetto e anche altre bellissime iniziative da loro promosse.

Com’è nata l’idea di creare un Lazio club in Campania?

«In Campania, dove chi non tifa Napoli non è visto di buon occhio, mi sono chiesta se fossi l’unica a tifare Lazio e così, nel 2009, decisi di sfruttare le potenzialità di Facebook creando un gruppo: ho scoperto che non ero un pesce fuor d’acqua bensì il numero di laziali in Campania è cresciuto sempre più. All’interno del gruppo sono nate tante amicizie che vanno oltre il calcio ed il tifo e ciò mi inorgoglisce».

Ci sono molti tifosi biancocelesti che seguono la Lazio nonostante non vivano a Roma?

«La distanza non ci spaventa; certo, non tutti possono seguirla assiduamente per svariati motivi, ma ci sono tanti altri che macinano chilometri per andare a Roma o in un’altra città per sostenere i ragazzi…e c’è anche chi addirittura si è abbonato».

Come vivete il fatto di tifare una squadra che non sia quella della vostra regione?


«Male perché non sempre possiamo essere presenti sugli spalti a cantare a squarciagola ed incitare la squadra…nonostante ciò, siamo fieri di portare in alto i colori biancocelesti in Campania anche se non mancano gli insulti e/o gli sfottò con i tifosi partenopei».

Se dovesse riiniziare il campionato pensa che la Lazio lotterà fino alla fine per lo scudetto?

«Lo spero tanto…anche se alla fine non dovesse essere nostro. Certo, resterà l’amaro in bocca, ma penso sia un motivo di crescita, anche motivazionale, per il futuro, a far sempre meglio».

Spesso avete condotto iniziative benefiche, come vi siete avvicinati a questo settore delle donazioni?

«Insieme ad un gruppo di dieci amici laziali, giocando a Fantacalcio, pensammo di utilizzare al meglio le quote raccolte…da lì è partita la beneficenza, in seguito, ho esteso il Fantacalcio all’intero gruppo (ogni anno vantiamo una trentina di iscritti). Inoltre, la Società sposa il nostro progetto solidale e ci omaggia sempre di una maglia autografata da poter mettere all’asta per aiutare chi ne ha bisogno. Abbiamo pensato che la nostra passione può essere un’occasione per aiutare chi è meno fortunato di noi».

Che rapporto avete con Ciro Immobile?

«Di stima reciproca: conosce le nostre iniziative di beneficenza (lui ha donato l’ultima maglia messa all’asta) e ci riconosce quando ci becca a Napoli o in altre trasferte. Proprio a Parma abbiamo fatto l’ultima chiacchierata che conclusi con un “ci vediamo a Napoli” …ma quella trasferta è saltata».

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