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Calciomercato Lazio: Gigot diventa un caso? Cosa c’è dietro il mal di schiena. Cercasi soluzione

Calciomercato Lazio: Gigot diventa un caso? Cosa c’è dietro il mal di schiena. Cercasi soluzione per il difensore che potrebbe anche restare
Il futuro di Samuel Gigot alla Lazio è avvolto da un’incertezza che va oltre le semplici scelte tecniche. Il difensore francese è al centro di un caso complesso, che unisce un’evidente incompatibilità con il gioco di Sarri a un misterioso problema fisico, sullo sfondo di nuove e concrete opportunità di mercato che potrebbero portare al suo addio.
Il “mal di schiena” e il sospetto di un “mal di pancia”
Il caso è nato quasi due settimane fa, quando Gigot ha accusato un “mal di schiena” che lo ha costretto a saltare l’intera tournée della squadra in Turchia, rimanendo a Roma per un percorso di recupero personalizzato. Come riporta Il Messaggero, la speranza a Formello è che si tratti di un semplice acciacco fisico, ma il dubbio serpeggia: dietro questo stop potrebbe nascondersi anche un “mal di pancia”, un malcontento legato alla sua posizione ormai marginale nel progetto tecnico.
L’incompatibilità tattica: le ragioni del possibile addio
Il potenziale malumore di Gigot avrebbe radici tattiche ben precise. Maurizio Sarri, infatti, non lo considera un giocatore idoneo al suo calcio: essendo un “marcatore puro”, abituato a un tipo di difesa diverso da quello a zona del Comandante, si trova in fondo alle gerarchie del reparto. Questa situazione, unita all’emergenza creata dal lungo stop di Patric, crea un rebus per Sarri, che potrebbe trovarsi costretto a tenerlo in rosa per necessità numerica.
Cessione possibile: la pista araba e il nodo ingaggio
Tuttavia, nonostante la carenza di uomini, la cessione di Gigot resta un’opzione concreta. A spingere per la sua partenza è il pesante ingaggio da 2 milioni di euro, che la Lazio vorrebbe risparmiare per rientrare nei paletti finanziari entro il 30 settembre. In questo senso, si è aperta una pista molto seria: sarebbero stati avviati contatti con club della penisola araba (Qatar e Dubai), disposti a garantire al giocatore lo stesso stipendio. Una soluzione che risolverebbe il problema tattico, quello economico e anche l’eventuale “mal di pancia”.
