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Primavera, Sanderra: «Dobbiamo lavorare tanto e cambiare mentalità»

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Stefano Sanderra, tecnico della Lazio Primavera, ha parlato della sconfitta rimediata contro l’Ascoli: le sue parole

Nel post partita di AscoliLazio Primavera, il tecnico biancoceleste Stefano Sanderra ha parlato ai microfoni di S.S.Lazio.it:

GARA – «Questa partita ci ha detto che c’è molto da lavorare sotto tanti aspetti. Nel primo tempo, specialmente nei primi trenta minuti, ci siamo comportati bene, ma nella ripresa abbiamo subito un improvviso uno-due. La squadra ha ancora dei meccanismi da rodare, dopo il pareggio dell’Ascoli è calata caratterialmente e questo non deve succedere ed anzi doveva esserci una reazione contraria. Una volta trovato il vantaggio, l’Ascoli si è difeso abbassandosi molto e creando anche qualcosa in zona offensiva. Forse avremmo meritato il pareggio, ma non lo abbiamo trovato. È stata una partita dai due volti, nel secondo tempo credo che siamo andati in difficoltà anche fisicamente perché loro avevano giocato due gare ufficiali e noi neanche una».

LAVORO – «Da parte di qualcuno c’è stata una buona positiva anche sotto il profilo caratteriale, mentre altri sono mancati. C’è da lavorare tanto, siamo all’inizio della stagione. Le aree su cui migliorare non mancano, dobbiamo crescere in fretta perché il campionato non ti aspetta. Serve giocare con una mentalità diversa rispetto a oggi, dopo il pareggio ci siamo un po’ sciolti per dieci minuti non reagendo nella maniera giusta. È necessario crescere anche dal punto di vista caratteriale».

PERCORSO – «Serve del tempo per far capire ai calciatori la giusta mentalità, penso che questa partita sia un’ottima lezione per comprendere come questo sia un campionato nel quale bisogna giocare con più continuità come fatto nel primo tempo. Dobbiamo lavorare tatticamente perché il primo gol è stato incassato a causa di meccanismi sbagliati, la squadra ancora non si identifica completamente con il mio dna che è quello di reagire sempre anche alle avversità che ci sono in partita. I ragazzi non ci sono riusciti, si sono un po’ chiusi caratterialmente. Rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo».

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