Lazio, Lotito a 360°: «Champions e stadio fanno parte del progetto. Scudetto? Il Leicester insegna...»
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Lazio, Lotito a 360°: «Champions e stadio fanno parte del progetto. Scudetto? Il Leicester insegna…»

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Claudio Lotito a 360°: il presidente della Lazio ha parlato della situazione Milinkovic-Savic e del sogno Scudetto

Picchiava forte il sole in via Nicotera quel 19 luglio 2004. Claudio Lotito entrò da sconosciuto nell’ufficio del notaio Gilardoni, ne uscì da patron della Lazio. Domani saranno esattamente quindici anni, quanto basta per essere il presidente più longevo della storia moderna dei biancocelesti. Lo precede, in un’altra epoca, solo Fortunato Ballerini, presidente dal 1904 al 1925. Oggi Lotito ha fissato due obiettivi, la Champions League e il nuovo stadio, senza negarsi il sogno Scudetto (tanto da inserire un premio nel contratto di Inzaghi). Ecco di seguito la sua intervista rilasciata in esclusiva al Corriere dello Sport:

IL PRIMO RICORDO – «Erano giornate frenetiche, avevo preso l’impegno morale di salvare la società, a parte l’interesse di diventare il presidente della squadra del cuore. Sentivo la responsabilità di dover salvaguardare il patrimonio di un club con oltre cento anni di storia, il primo nato a Roma. Ricordo le tensioni per l’acquisizione. La Lazio era in una situazione prevista dall’articolo 2247 del codice civile, si rischiava di portare i libri contabili in tribunale: 84 milioni di ricavi, 86 di perdite, 550 milioni di debiti. Da tutti era ritenuta una sfida scriteriata, questo è un pazzo, mi dicevano, ma vedevo l’entusiasmo della gente».

LA PRIMA LAZIO«Non avevo altra scelta. Arrivai a lavorare 23 ore al giorno, uscivo alle 6 di mattina dall’ufficio, davo appuntamenti alle 2 di notte. Ricordate il mercato? Presi 9 giocatori l’ultimo giorno. Fui attaccato ma quel giorno comprai Siviglia e Rocchi, che ha fatto la storia della Lazio con i suoi gol. Pensavo che il club dovesse diventare una grande famiglia in cui ognuno ha il proprio ruolo. Oggi Rocchi allena nel settore giovanile e ha fatto un altro salto in avanti, come è accaduto per Inzaghi. Tommaso è un riferimento per i giovani, ha fatto la storia, ci sono dei valori da cui non prescindere».

PROGETTO CRESCITA E MILINKOVIC«Il club continua a crescere nel tempo, spero sia un andamento esponenziale. Negli anni si sono raggiunti i 200 milioni di patrimonio immobiliare e i 600 di valore dei giocatori. Il merito è delle vittorie sul campo e sulla presenza costante nelle competizioni europee. Crescita attraverso il calciomercato? Abbiamo creato una casa di vetro in cui non si possono obbligare le persone a svolgere il proprio ruolo in un ambiente in cui si sentono strette. Non è il caso di Milinkovic: Ha dimostrato affetto, responsabilità, serietà. Dipenderà dagli eventi e non dalla società. L’anno scorso ho respinto tutti gli assalti, quest’anno si potrebbe proporre un problema di rispetto se il giocatore dovesse prospettare una soluzione diversa».

CHAMPIONS LEAGUE«La qualificazione sarebbe potuta arrivare già da due stagioni. Non è accaduto, ma ha portato due trofei. L’obiettivo resta concreto e a fine calciomercato la rosa risulterà migliorata. Il premio Scudetto nel contratto di Inzaghi? La vittoria di trofei contro corrazzate come la Juventus significa che non esiste un divario marcato come dicono i conti. Quindi quello che è accaduto al Leicester in Inghilterra può accadere anche in Italia, servono però lavoro, organizzazione, idee e spirito di sacrificio».

IL NUOVO STADIO«Il tema verrà presto affrontato con l’Amministrazione capitolina. Ci sarà un confronto e non uno scontro, perché le situazioni che verranno presentate andranno nell’interesse collettivo. E anche in passato non sono mai state promosse soluzioni non compatibili. Lo stadio sulla Tiberina sarebbe stato uno dei più belli del mondo, raggiungibile su rotaia, gomma o trasporto fluviale, ma il progetto venne ostacolato dalla miopia del tempo. Sulla nuova proposta sarà decisivo il dialogo con l’Amministrazione, evitando lungaggini inutili».

PROGETTI FUTURI«La mia intenzione è quella di lasciare il club a mio figlio Enrico. E’ un super tifoso e segue passo per passo le vicessitudini della Lazio. Scudetto? I risultati si raggiungono, non si evocano. Spero nel sostegno dei tifosi per raggiungere traguardi sempre più importanti».

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