Kozak: «Scaloni allenatore già in campo, un orgoglio averlo avuto come compagno di squadra»
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Kozak: «Scaloni allenatore già in campo, un orgoglio averlo avuto come compagno di squadra»

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Libor Kozak, ex centravanti della Lazio, ha fatto i complimenti al suo ex compagno Scaloni per la vittoria dei Mondiali con l’Argentina

Intervistato da Sport.ceskatelevize.cz., Libor Kozak, ex attaccante della Lazio, ha parlato così di Lionel Scaloni, fresco vincitore del Mondiale da CT dell’Argentina:

RICORDI ALLA LAZIO – «Lio è stato un compagno di squadra che non può essere dimenticato. Lui è stato uno di quelli che mi ha aiutato a inserirmi nel club stellato guidato da Zárate e Hernanes. La sua carriera di successo stava volgendo al termine in quel periodo, ma era ancora un membro valido della squadra. Anche se spesso era solo in panchina, era il più attivo e cercava di incoraggiare gli altri. A quel tempo, si è formato un esperto trio sudamericano con Matuzalém e Cristian Ledesma. Erano dei leader, ho imparato da loro e, cosa più importante, mi hanno accolto».

ALLENATORE IN CAMPO – «Nell’uno contro uno faceva male. Era un bulldog che non lasciava passare nulla. Anche in allenamento ha giocato con il massimo impegno, ma sempre nell’ambito del fair play. Si preoccupava di dare l’esempio agli altri. Se poteva essere già un allenatore? Sì, ma all’epoca lo consideravo prima di tutto come un eccellente compagno di squadra con cui era incredibilmente divertente stare. Anche se mi dava un po’ fastidio che si prendesse gioco del mio naso ogni giorno, ma l’ho presa bene alla fine. Invece, nei momenti in cui era necessario parlare seriamente, prendeva la parola nello spogliatoio e tutti ascoltavano con attenzione. Non è una sorpresa per me che sia diventato un allenatore. Quando ho visto che era diventato ct della Nazionale maggiore è stato uno shock per me. Ho pensato tra me e me: come ha fatto Scalo a farlo di nuovo?».

GRANDE AMICIZIA – «Lio lavora su se stesso, sa comunicare perfettamente con i giocatori, sa motivarli e tirare fuori il massimo da loro. Gli auguro tutto il successo del mondo dal profondo del cuore e sono orgoglioso di aver potuto condividere lo spogliatoio con lui, che è diventato mio amico e campione del mondo da domenica. Se siamo ancora in contatto? Sì, lo siamo ancora. Quando ha assunto la direzione della nazionale argentina, ci siamo chiamati e mi ha chiesto come stavo. Gli ho scritto anche dopo la finale. Mi aspetto che mi risponda entro la fine del prossimo anno. Dato il numero di messaggi che probabilmente ha ricevuto, ci vorrà un po’, ma penso che risponderà».

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