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Anzianità, Lazio nona in Europa per età media. Serve un cambio di rotta

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Tanti giocatori sopra la soglia dei 30, età media tra le più alte d’Europa ed un mercato che dovrà essere da rivoluzione in casa Lazio.

Il diktat da Champions è chiaro. Portare nella Capitale profili d’alta caratura tecnica, calciatori abituati a figurare su nobili palcoscenici, dotati di quell’esperienza dettata dall’aver già preso parte a competizioni internazionali. Identikit alla David Silva. Ma tale esigenza andrà inevitabilmente bilanciata con l’urgenza di svecchiare una rosa, quella della Lazio, ormai troppo avanti con l’età e composta di calciatori prossimi all’ultimo contratto della carriera. In Spagna hanno gli stessi problemi Eibar e Getafe, in Inghilterra il Crystal Palace, il Watford e il Burnley, in Italia Lecce, Juventus e Parma. Nei primi cinque campionati europei nessuna squadra, fatta eccezione per le 8 appena citate, “vanta” un’età media più alta. La Lazio è la nona compagine europea per anzianità, ben 27.7 anni.

Felipe Caicedo (31) lascerà con enorme probabilità la Città Eterna, mentre Radu (33) e Lulic (34) affronteranno le ultime stagioni in carriera, lo stesso dicasi per Marco Parolo, che va per le trentasei primavere e dopo il lockdown ha trascinato da solo la mediana biancoceleste. Il pilastro Acerbi, come il vino, dimostra di migliorare col passare del tempo, ma ha 32 anni e gli andrà affiancato un centrale, se non due, di grande valore. Lucas Leiva è un classe 1987 e non potrà verosimilmente disputare tutti e tre gli impegni settimanali nella stagione ventura. L’addio di Proto, con le sue 37 primavere, abbasserà sensibilmente l’età media, discorso diametralmente opposto per Ciro Immobile, che ha evidenziato in una recente intervista come la sua carriera sia l’ennesima dimostrazione di come gli attaccanti abbiano il periodo di maturazione più fecondo tra i 30 e i 33 anni. Una cosa è comunque certa: all’asse della squadra (vale a dire Acerbi, Radu, Leiva, Parolo, Lulic e Immobile) andranno abbinati innesti giovani e promettenti, perchè nella prossima stagione la Lazio sarà chiamata a scendere in campo nella peggiore delle ipotesi ben 45 volte, che potrebbero arrivare ad oltre 50 in caso di prosecuzione dei cammini in Coppa Italia e Champions League. Insomma, tirare il fiato non sarà possibile.

 

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