Andrè Dias: «A Roma si vive per il derby. 10 volte peggio che in Brasile»
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Andrè Dias: «A Roma si vive per il derby. 10 volte peggio delle rivalità brasiliane»

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Andrè Dias, ex giocatore biancoceleste, parla del derby di Roma e di ciò che significhi una gara del genere nella Capitale

Ai microfoni di ESPN.Br, l’ex biancoceleste Andrè Dias ha parlato di ciò che significhi il derby di Roma.

DERBY – «La rivalità con la Roma è qualcosa di incredibile. Non potevo parlare con i brasiliani che giocavano con i giallorossi. C’erano quartieri di fede laziale e altri di fede romanista. Non potevo girarci. Ero “maledetto”, e potevo anche essere picchiato. Ho pensato che le rivalità tra le squadre brasiliane fossero importanti, ma Roma-Lazio era dieci volte peggio. Lì vivono per quella partita».

26 MAGGIO – «Per fortuna arrivò Reja che fu un padre per me e mi insegnò molto . Mi ha lasciato fuori per cinque partite per capire cosa stesse succedendo e inserirmi. Il calcio italiano è molto tattico mentre quello brasiliano è molto istintivo. Siamo riusciti a migliorare ogni anno, lottando per le prime quattro posizioni, giocando in Europa League e piazzandoci tra le prime in Italia. Ho anche imparato a parlare la lingua e capire la cultura italiana. Alla fine è stato bello. All’epoca della Coppa Italia volevo già tornare in Brasile. Nel 2011 Santos voleva che giocassi nel Mondiale per Club. Poi è arrivato l’Atlético Mineiro quando c’era Ronaldinho , mi volevano perché Réver era infortunato. Volevo tornare in Brasile e giocare la Libertadores. Ho iniziato a non andare d’accordo con la dirigenza della Lazio che non voleva vendermi».

 

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