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Editoriale

Stessa storia, stesso posto, stesso Var…

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L’analisi di Milan-Lazio, partita terminata con il risultato di 2-1, ma viziata da un gol irregolare di Patrick Cutrone, solo l’ultimo dei torti subiti dalla squadra di Inzaghi

Stessa storia e stesso posto: A San Siro non si vince, così come accade da oramai 29 anni. Più che un tabù sta diventando una maledizione quella del diavolo rossonero, bestia nera conclamata della Lazio, almeno tra le mura amiche. Stesso Var: ecco che tornano puntuali gli errori arbitrali. Difficili da commentare, figuriamoci da digerire. Biancocelesti penalizzati per l’ennesima volta. Storia che si ripete con una ciclicità imbarazzante; nell’ambiente Lazio da qualche settimana non c’era più traccia di errori, si respirava un clima sereno e le polemiche sembravano aver lasciato spazio ad una squadra che sta facendo stropicciare le mani a tifosi e addetti ai lavori. Invece a far tornare i cattivi pensieri ci ha pensato Patrick Cutrone insieme alla sua mano galeotta, lì per lì non colta da nessuno. Questo può discolpare, ma solo in parte l’arbitro e i suoi assistenti, caso strano di nuovo ostili alla Lazio. Le buone notizie arrivano comunque e non tutte da San Siro. L’Inter e la Roma sembrano essere in una crisi nera che non accenna a finire, con i biancocelesti sempre più padroni di un terzo posto che andrà consolidato nelle prossime partite. Calendario alla mano, la squadra di Inzaghi può fare filotto nel prossimo mese di campionato, dove esclusa la trasferta di Napoli, gli impegni saranno tutti abbordabili. L’imperativo è rialzarsi a partire da mercoledì. Non sarà campionato, ma coppa. Di nuovo Milan-Lazio. Di nuovo una sfida ad alta tensione: una rivincita servita su un piatto d’argento.

DISATTENZIONI – Uno dei punti di maggiore forza della Lazio sono le palle inattive, da cui i ragazzi di Inzaghi hanno siglato più gol di tutti e subito meno di tutti. I biancocelesti non avevano mai preso un gol di testa, ma ieri questo si è ripetuto due volte, addirittura nella stessa partita. Al netto della rete irregolare di Cutrone, ci sono state delle disattenzioni che una squadra del livello della Lazio non deve permettersi. Le due reti però vanno analizzate singolarmente, essendo due situazioni che possono sembrare simili tra loro, anche se non lo sono. Nella prima circostanza è Bastos a commettere un’ingenuità, perdendo il contatto visivo con Cutrone e tenendo gli occhi fissi sul pallone. L’errore nella circostanza specifica è ancora più grave, poiché si è sviluppato da una palla ferma, in cui c’era tutto il tempo per posizionarsi e prendere le misure dei propri avversari. Nell’occasione della seconda rete invece, l’errore è di globale: l’azione si svolge sulla destra con Calabria che ha tutta la libertà di crossare senza che nessuno gli impedisca il cross (e qui c’è la prima cosa che non va). In molti hanno accollato anche questa rete a Bastos, ma l’angolano in questa circostanza non ha colpe. L’azione è simile a quella del gol di Duvan Zapata a Genova, dove la difesa aveva scalato male e di conseguenza c’era un calciatore solo al centro dell’area. Questa volta le marcature dei difensori erano perfette con Marusic su Calhanoglu, Bastos su Cutrone e de Vrij libero da uomini con il compito di andare a cercare la palla. Bonaventura è arrivato in area a fari spenti e doveva essere seguito da colui che occupa la posizione opposta a lui, in questo caso Parolo che resta fermo e non insegue il suo diretto avversario. Bastos vedendo Bonaventura solo tenta l’impossibile ‘sganciandosi’ dalla marcatura di Cutrone in extremis ma non può nulla. Errori che vengono pagati dazio quando al cospetto c’è un avversario con individualità importanti e in netta crescita. Errori che alla Lazio costano caro. Errori che andranno analizzati e corretti. I biancocelesti sono una grande squadra e come tale deve essere vicina alla perfezione. Queste distrazioni non devono più esserci se si vogliono avere obiettivi importanti.

ROTAZIONI – La spia della benzina si è accesa, ora bisogna trovare il modo di spegnerla. La Lazio ha il fiato corto in alcuni uomini e la partita di ieri in tal senso è emblematica. Parolo e Lulic hanno bisogno di molto riposo, nonostante le loro prove siano sempre encomiabili dal punto di vista dell’impegno. In più di una circostanza è mancata brillantezza e cambio di passo. Il Milan sembrava andare al doppio della velocità; arrivava sempre prima sul pallone e riusciva a dare più vivacità e intensità alle proprie azioni. Di contro la Lazio non è mai riuscita a dare un altro passo alla propria manovra, compassata e prevedibile. Distanze troppo lunghe tra i reparti per i ragazzi di Inzaghi che non riuscivano a sorprendere un Milan ordinato e compatto difensivamente. Biancocelesti costretti a correre dietro agli avversari per larghi tratti della gara, poi qualcosa è cambiato con l’ingresso di Felipe Anderson che ha portato freschezza negli ultimi metri. Tra due giorni per forza di cose ci saranno dei cambi di formazione. La partita è di quelle importanti dove non si può sbagliare e mai come ora c’è bisogno di gente in forma e con una condizione fisica accettabile. Alcuni uomini fondamentali meritano riposo a partire dal prossimo impegno. I biancocelesti hanno una rosa lunga e devono sfruttarla, a partire da mercoledì. In campo i migliori e niente più passi falsi. L’obiettivo è centrare la terza finale in due anni.

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