L'ANALISI DEL GIORNO DOPO - Dalla vittoria con l'Inter al pareggio col Sassuolo: in una settimana c'è la stagione della Lazio
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L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – Dalla vittoria con l’Inter al pareggio col Sassuolo: in una settimana c’è la stagione della Lazio

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L’analisi di Lazio-Sassuolo, terminata 2-2 con le reti di Immobile, Rogerio, Berardi e Lulic, che ha agguantato il pareggio in extremis

Un pareggio che quasi non fa esultare, scontenta tutti e non fa felice nessuno. Un punto che forse a fine campionato sarà anche utile, ma che nell’immediato non viene accolto con entusiasmo, a causa degli stessi punti buttati nel finale a Genova e Ferrara, per non parlare della Sampdoria. La Lazio continua a farsi del male e a procedere lenta verso il quarto posto che sembra fare di tutto per aspettarla. Nel weekend in cui delle dirette avversarie vince solo la Roma, la squadra di Inzaghi offre l’ennesima prestazione inconcludente della stagione. Tante occasioni create, due gol realizzati, di cui uno su calcio di rigore. Immobile è un lontano parente di quello visto lo scorso anno, Correa fa una cosa buona e tre sbagliate, Caicedo non è un bomber e Luis Alberto in queste giornate nere, andrebbe messo più vicino alla porta per cercare qualche spunto decisivo negli ultimi metri. Lo spagnolo serve una palla d’oro a Ciro, che con Consigli già a terra, riesce a non centrare lo specchio. Questa la fotografia di una partita molto simile per modalità e risultato a quella pareggiata in casa 2-2 con la Sampdoria. Ieri dopo un rigore contestato, la Lazio si è fatta riprendere con la stessa facilità e addirittura superare. Questa volta però c’è stato almeno il sussulto finale, che poteva addirittura portare alla vittoria. Un punto che ora fa arrabbiare e che la Lazio deve cercare in tutti i modi di valorizzare. Come? Tornando da Milano con tre punti, come ha già fatto non più tardi di una settimana fa, anche se quella squadra così bella, sembra lontana almeno un paio di mesi.

OPPORTUNITÀ – Bisognava vincere, Inzaghi lo sapeva e ha messo una squadra d’attacco, come spesso ha fatto nell’ultimo periodo. Patric confermato come difensore, Caicedo al posto di Correa, Parolo per Milinkovic e Badelj in sostituzione di Leiva. A questi si aggiunge il ritorno di Radu, a discapito dell’ottimo Bastos. La Lazio cambia negli uomini, ma resta sempre la stessa. Il pareggio non è arrivato per colpa del turnover o altro, il copione non è mai cambiato in questa stagione. Alla squadra di Inzaghi manca una caratteristica fondamentale per centrare traguardi importanti: la continuità. Quella che lo scorso anno era stata un punto di forza, ora è diventata un punto di debolezza. Dopo una vittoria importante non ne segue mai un’altra. Un successo schiacciante come quello del derby è stato seguito da un pareggio a Firenze. Il secondo scontro diretto vinto in campionato (a San Siro con l’Inter) è stato seguito da una sconfitta e un pareggio in extremis.  La Lazio è questa, oramai a sette giornate dal termine non bisogna aspettarsi una squadra che faccia filotto vincendole tutte, perché questo non accadrà. Ce lo ha detto a chiare lettere la storia di questo campionato, in cui sembra che le contendenti ad un posto in Champions, facciano a gara a lasciare punti per strada. Il quarto posto è lì, lontano tre punti. Quei tre punti che la Lazio potrebbe conquistare vincendo il recupero con l’Udinese, ma niente illusioni. I biancocelesti a differenza degli anni passati, stanno mostrando parecchie difficoltà contro le provinciali, e il paradosso è che ogni qualvolta viene letta la classifica, vengono attribuiti senza nessuna difficoltà i tre punti ai biancoceleste. Una partita in cui se la Lazio dovesse vincere 3-0 avrebbe comunque fatto il suo, mentre qualora dovesse non ottenere l’intera posta in palio, sarebbe esposta a innumerevoli critiche, per lo più giuste. Inzaghi e i suoi ragazzi si sono messi in una situazione scomodissima. Con il calendario più semplice delle concorrenti, sono riusciti a ottenere un punto su sei in palio, questo vuol dire che da qui alla fine non esisteranno partite semplici o tabelle che tengano. Ora o mai più, non è ancora perduto nulla. Almeno fino a sabato prossimo. 3 settembre 1989 – questa è la data dell’ultima vittoria in campionato in casa del Milan. Sarà forse il caso di aggiornare le statistiche? Mai come in questo anno serve una vittoria in casa dei rossoneri. Una vittoria che potrebbe cambiare tutto o quasi nella lotta Champions. Una settimana per preparare una sfida decisiva. Dopo due passi falsi, serve tornare al successo in una partita, che a sette partite dal termine del campionato, può valere molto più di tre punti. In palio c’è la storia recente della Lazio. In palio c’è quarto posto. In palio c’è la Champions League di cui i biancocelesti sono stati privati la scorsa stagione. In palio c’è l’onore, la dignità, l’amore per questa maglia. Dov’è finita la Lazio che lottava e vinceva indifferentemente contro ogni tipo d’avversario? Il tempo delle parole è terminato, ora serve un’inversione di tendenza. Tra campionato e Coppa Italia sta iniziando il mese decisivo.  Due obiettivi da centrare, dopo una settimana da dimenticare. SVEGLIA!

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