Proto: «Non importa chi gioca, bisogna vincere! Ruolo? Devo aiutare i giovani»
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Proto: «Non importa chi gioca, bisogna vincere! Ruolo? Devo aiutare i giovani»

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Ecco le risposte date da Silvio Proto alle domande poste dai cronisti presenti nella sala stampa stampa di Formello nel corso della conferenza di presentazione

Altra conferenza di un nuovo acquisto biancoceleste. Questa volta è il turno di Silvio Proto. Queste le dichiarazioni dell’attuale secondo portiere della Lazio, introdotte dall’intervento di Tare: «Silvio Proto è una scelta nata per caso, ma una scelta anche cercata. Dopo le problematiche che abbiamo riscontrato l’anno scorso, eravamo alla ricerca di un secondo portiere. Quando ho saputo che si poteva arrivare a prendere lui, all’inizio non ci credevo. Sapevo che veniva da un campionato molto importante come l’Olympiacos. Ci siamo incontrati. Questa possibilità da parte sua è stata presa con grande entusiasmo. Ci darà una grande mano, anche per la crescita degli altri portieri. Sa bene come vincere ed ha raggiunto tanto nella sua lunga carriera. Sarà un punto di riferimento per tutti i giovani».

Cosa ti aspetti da questa stagione?

Grazie al direttore per le cose che ha detto su di me. L’importante è che la squadra vinca. Non importa chi gioca. La vittoria è l’unica cosa che resta sul palmares. E’ importante anche per i tifosi. Dobbiamo lavorare bene. I singoli non sono importanti, l’importante è il gruppo.

Differenze nelle metodiche d’allenamento?

Oggi a 35 anni faccio cose che non ho mai fatto nella mia vita da calciatore. Questo è importante per crescere. Tutti i giorni faccio il mio massimo per far bene. Così, quando arriva la domenica, mi sento di non aver potuto far di più.

Ruolo?

Qui il mio ruolo è di aiutare giovani portieri. Ci sono tre portieri con tanta qualità. Sono bravi ragazzi e per me è un piacere lavorare con loro. Nella mia carriera ho vissuto tanto, sia positive che negative.

Come è maturata la scelta di arrivare alla Lazio?

L’anno scorso all’Olympiacos sono arrivato con lo stesso obiettivo. Poi ci sono stati dei problemi, ed ho giocato cinque partite di Champions e da settembre fino all’ultima giornata di campionato. Quando ho avuto la possibiltià di venire qui a giocare in Italia. Il sogno di mio papà era di giocare a calcio, quello di mio nonno di giocare in Italia. L’ho fatto anche per la mia famiglia: quando ho avuto la possibiltià di venire in una squadra come la Lazio, non ci ho pensato due volte. 

Chi sono i portieri italiani a cui ti sei ispirato?

La prima maglietta che ho ricevuto da mio papà è stata quella di Zenga. Poi ho giocato con la maglia di Peruzzi. Sono un gran fan di Buffon. Ho giocato contro di lui l’anno scorso in Champions: è una brava persona. Ha vinto tutto nella sua carriera, ma è davvero un grande uomo.

 

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