Sensini: «Non ero un fuoriclasse come Veron, Nesta o Mancini. Mi adattavo a quello che mi chiedeva...»
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Sensini: «Non ero un fuoriclasse come Veron, Nesta o Mancini. Mi adattavo a quello che mi chiedeva…»

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Sensini: «Non ero un fuoriclasse come Veron, Nesta o Mancini. Mi adattavo a quello che mi chiedeva…». Le parole dell’ex giocatore

Sensini è stato ospite ai microfoni di TvPlay per parlare della sua carriera e degli obiettivi futuri. L’ex calciatore parlato della suo Lazio. Le sue parole.

PAROLE- «La mia Lazio aveva tutto, esperienza e giovani. Già l’anno prima erano andati vicini a vincere lo scudetto, poi è toccato a noi. Non è stato facile, anzi, noi eravamo a 5 punti quando mancavano 6 giornate. Noi però avevamo grandi giocatori e un grandissimo allenatore. Un’esperienza unica, abbiamo sofferto di più in quell’attesa della partita della Juve che nella nostra. Io non ero un fuoriclasse come Veron, Nesta o Mancini. Io mi adattavo a quello che mi chiedeva Eriksson. A lui serviva un giocatore per cambiare modulo di gioco di partita in partita. Avevo una lettura di gioco che mi permetteva di arrivare prima ».

FUTURO- «Mi piacerebbe tornare da allenatore in una delle città in cui mi sono trovato bene, Parma, Udinese o alla Lazio. C’è sempre il pensiero di tornare, ho 57 anni ma credo che a giugno e luglio sarò in Italia perché se voglio allenare lì devo essere presente e farmi conoscere e far sapere che voglio stare lì. Non è che ti chiamano in Argentina per dirti di venire in Italia, lì ci sono già grandi allenatori. Quindi ho in programma di rimanere due-tre mesi per capire che si può fare ».

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