Quella volta che... Strakosha volò per la vittoria: Juve Lazio 1 2
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Quella volta che… Strakosha volò per la vittoria: Juve Lazio 1 2

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Nel giorno di Juve Lazio, ricordiamo un precedente incredibile: quella volta che Strakosha regalò la vittoria alla banda Inzaghi

Era una tipica giornata autunnale, quel sabato 14 ottobre 2017. Le foglie già cadevano da un po’ sulle strade di Roma, mentre la Lazio di Simone Inzaghi, dopo aver portato a casa la Supercoppa Italiana in estate, stava sorprendendo tutti anche in campionato con le sue prestazioni, trascinata (tanto per cambiare) dai gol di Ciro Immobile e dalle giocate di Luis AlbertoMilinkovic. I Tre Moschettieri biancocelesti sembravano inarrestabili: tuttavia, quel pomeriggio, avrebbero dovuto affrontare la prima della classe in casa sua. Quel pomeriggio di sabato 14 ottobre 2017, la Lazio affrontava allo Stadium di Torino la Juventus di Max Allegri, che a fine stagione avrebbe vinto il suo settimo Scudetto di fila.

Le due squadre si erano già affrontate un paio di mesi prima allo Stadio Olimpico di Roma, proprio in occasione di quella Supercoppa Italiana, portata a casa dai biancocelesti grazie alla doppietta di Immobile e al gol all’ultimo secondo di Alessandro Murgia dopo l’incredibile galoppata di Jordan Lukaku. In quel pomeriggio, però, era tutto diverso: si giocava in casa della Vecchia Signora, che da ben 783 giorni non subiva nessuna sconfitta tra le mura amiche. Ogni laziale, seguendo il noto ottimismo che sempre lo accompagna, avrà sicuramente pensato: «Se vabbé: mo’ te pare che vinciamo di nuovo con questi in casa loro?». E invece…

E invece quella vocina aveva perfettamente ragione, perché nel primo tempo la Juve è già in vantaggio per 1-0 grazie alla rete di Douglas Costa (in sospetta posizione di fuorigioco) ed è padrona assoluta del campo. La Lazio, infatti, fatica a costruire quel bel gioco fatto di fraseggi e scambi verticali a partire dal basso; anzi, in uno dei classici retropassaggi per ripartire dal portiere, Strakosha tentenna troppo e calcia il pallone addosso a Higuain. Dopo aver colpito l’argentino, la sfera ritorna verso la porta, mentre tutti i tifosi biancocelesti si mettono le mani in faccia esclamando: «E te pareva che questo non ne combinava una delle sue. Ci ricorderemo di questa partita come quella volta che Strakosha ha fatto la più grande papera della storia del calcio». E invece…

E invece no, perché il pallone si stampa dritto sulla traversa e sbatte sulla linea, con il portiere albanese che lo agguanta tranquillamente e anche mezzo scocciato, come se la sfera fosse la camicia appallottolata sulla sedia da circa 6 mesi, che la mamma gli ha appena detto di buttare nel cesto dei panni sporchi. La prima frazione di gioco, dunque, si chiude con l’1-0 per la Vecchia Signora, che sembra destinata ad un’altra semplice vittoria in casa. E invece…

E invece, dopo la gentile pacata analisi tattica dei primi 45 minuti fatta da Simone Inzaghi ai suoi giocatori (alcuni dicono che dentro quello spogliatoio sembrava stessero girando un film di Bud Spencer e Terence Hill), la Lazio entra in campo con una cattiveria incredibile. Al 47′, i Tre Moschettieri sfoderano finalmente le loro lame e, al termine di una meravigliosa giocata in verticale partita da Milinkovic-Savic e rifinita da Luis AlbertoCiro Immobile la mette di interno destro sul secondo palo, pareggiando i conti. Passano solamente pochi minuti e gli aquilotti, padroni del campo, trovano un’altra giocata verticale sull’asse Milinkovic-Immobile: quest’ultimo si presenta in area davanti a Gigi Buffon, che non prende il pallone e lo stende. Calcio di rigore per la Lazio! «Si! Rigore! Vabbé dai, te pare che Ciro fa il secondo?». E invece…

E invece Immobile spiazza totalmente il campione del Mondo, portando i biancocelesti in vantaggio al 54′. Una gioia incredibile per tutta la squadra e per tutti i tifosi; tuttavia, l’ansia rimane salda nei cuori di tutti i laziali. Infatti, il subentrato Paulo Dybala, autore di una doppietta nella Supercoppa giocata ad agosto, comincia a seminare scompiglio nella difesa della Lazio, arrivando addirittura a sfiorare il gol, negatogli solo dal palo (che Strakosha poi bacia come non aveva mai baciato fino a quel momento una donna). La banda Inzaghi si rifà sotto e negli ultimi minuti avrebbe l’occasione di chiudere il match, ma il tiro di Caicedo si infrange contro le gambe di Buffon. In quel momento, nelle menti dei 1399 laziali presenti a Torino e di tutti quelli sparsi nel mondo è fiorita una sola parola, che, potremmo dire, racchiude in sé la lazialità stessa: «Eccallà». Infatti, nell’ultimissima azione della partita, Patric stoppa un pallone in area nello stesso modo con cui Mihajlovic calciava le punizioni e, nel tentativo di recuperarlo, travolge a due gambe Bernardeschi, causando il calcio di rigore per la Juventus. «Che t’ho detto? Eccallà! Rigore per loro e tanti saluti alla vittoria. Ora Dybala la butta dentro sicuro, tanto Strakosha quando para. La solita storia della Lazio». E invece…

E invece, sul tiro dell’argentino, Thomas Strakosha vola come un’aquila, parando il penalty che avrebbe fatto pareggiare la Juve e regalando alla Lazio una vittoria incredibile. Erano ben 14 anni che la Prima Squadra della Capitale non batteva la Vecchia Signora a Torino ed erano ben 783 giorni che la squadra di mister Allegri non perdeva in casa. Un risultato meraviglioso, frutto della grinta e della volontà di una squadra intera. Juventus Lazio, quel giorno, finì 2 1 per i biancocelesti, che da allora, però, non hanno più vinto all’Allianz Stadium.

Questa sera, in un momento tutt’altro che facile per la banda Inzaghi, queste due squadre si affronteranno di nuovo. Sarà un match delicatissimo, un vero e proprio spartiacque. Ogni laziale, sicuramente, starà pensando: «Vabbé, ormai possiamo dire addio alla Champions e stasera ce ne fanno minimo tre». E se invece finisse come quella volta che Strakosha volò per la vittoria?

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