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Marchegiani: «Il fallo di Caicedo? Per me non è mai rigore»

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Dopo l’amaro pareggio contro la Fiorentina, la squadra d’Inzaghi ha subito una sfida per rifarsi, domenica sera contro la Sampdoria

Un pareggio che lascia ancora un pò d’amaro in bocca, ma che ormai va lasciato alle spalle, visto che domenica ci sarà modo per riscattarsi. Un impegno difficile contro una squadra che in casa è a punteggio pieno, ma la squadra d’Inzaghi avrà le giuste motivazioni per dare tutto in campo. L’ex portiere dello scudetto Luca Marchegiani, è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia, sottolineando il tipo di gara di domenica sera: «Sarà una gara molto insidiosa. La Samp in casa trova un’intensità che fuori raramente ha. Devo dire che a Marassi ha raccolto anche di più di quello che avrebbe meritato in alcune gare. Prevedo però una bella partita tra due squadre ben allenate, che sarà sicuramente seguita anche da chi non è tifoso di una delle due compagini. Inzaghi e Giampaolo sono due tecnici diversi ma entrambi molto preparati». Ha continuato facendo un’osservazione sul campionato: «Il campionato è molto divertente. Ci sono tante squadre che possono ambire a vincerlo, semplicemente perché la Juventus non dà l’impressione di essere la stessa squadra degli anni scorsi, non che sia meno forte ma perché ha alcuni giocatori non al top della condizione. Questo dà speranza alle altre. Per il resto è un campionato simile a quello degli altri anni, con una grande differenza tra le prime e le ultime e con una ‘terra di mezzo’ fatta da squadre che non hanno pressioni, come la stessa Sampdoria. Il Milan? Non credo che possa rientrare in corsa tra le prime. Magari sbaglio, ma ha troppi punti in meno con le grandi. Le neopromosse non hanno la struttura per fare il salto, preferiscono fare un anno di A senza fare spese eccessive rinforzando parzialmente la squadra. Non è facile, vedi il Benevento che due anni fa era in Lega Pro, era prevedibile che avesse così tante difficoltà. Una Serie A a 18 squadre? Deve esserci una ripartizione meno disequilibrata in primis». E poi su mister Simone Inzaghi: «Così bravo non me lo aspettavo. Lo considero un grande intenditore di calcio, conosceva tutti i giocatori anche quando giocava, e questa capacità tattica di preparare le partite non mi sorprende. Mi sorprende invece la sua sicurezza nel gestire giocatori che hanno un ‘passato’ e ambizioni importanti come tutte le squadre di alto livello. Un allenatore per essere credibile deve essere un uomo di polso. Ha fatto tanta gavetta nel settore giovanile ma nel calcio dei grandi non è semplice. E lui ha dimostrato di avere anche queste qualità, cosa non scontata. Gattuso? Non saprei, non ha una carriera da allenatore alle spalle che giustifica da subito una squadra come il Milan. Ma è una persona vera. Accetta di essere messo in discussione. Ha comunque un grande vantaggio che è quello di conoscere l’ambiente Milan. Inzaghi però ce lo vedo sulla panchina di una squadra che inizia il campionato con l’obiettivo di vincerlo. Ma è anche vero che Simone alla Lazio si sente a casa». Poi un accenno su Lazio-Fiorentina, in particolare sul rigore concesso ai viola: «Ho parlato con un arbitro. Entrambi i giocatori vanno sul pallone e nella dinamica dell’azione per me non è mai rigore. Ma i direttori di gara hanno una direttiva su alcuni episodi che quando c’è un contatto di quel tipo chi arriva prima ha ragione. Il fatto che Pezzella abbia anticipato Caicedo probabilmente dà ragione al giocatore viola. Ma resta un episodio difficile. In generale però, graize al VAR abbiamo assistito alla correzione di errori molto gravi. Io ricordo anche alla Lazio, ai tempi miei, che ce n’erano tanti. Ora le sviste arbitrali sono di meno, così come le polemiche». Continua sulla Coppa Italia biancoceleste: «Il fatto che siano partite secche può mettere in difficoltà anche squadre di Serie A, vedi il Cagliari con il Pordenone e la Spal con il Cittadella, e che quindi il Cittadella debba giocarsela con la Lazio». Infine termina sul suo passato alla Lazio: «Ronaldo era un giocatore straordinario. Mi fece fare una brutta figura a Parigi è vero, ma va anche detto che l’hanno fatto partire tutto solo da metà campo . Con Zeman mi sono divertito e ho imparato tanto. Abbiamo fatto delle partite straordinarie. Io tifoso? Non nasco tifoso, ma sono legatissimo alla Lazio, sono stato 10 anni a Roma e che 10 anni! Anche al Torino sono cresciuto tantissimo trovando la Nazionale».

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