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Lazio, Strakosha si racconta: «Le critiche non le sento. Possiamo arrivare in Champions!»

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Thomas Strakosha si racconta. Una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport dedicata al portiere della Lazio

Una lunga intervista dedicata al numero 1 della Lazio: Thomas Strakosha. L’albanese si è raccontato tramite le colonne del Corriere dello Sport, soffermandosi sul momento della squadra, attualmente al terzo posto. L’argomento principale è proprio l’Europa che conta: «Sogno Champions? Sì, ma non lo voglio considerare tale. Abbiamo i mezzi per arrivare in Champions e dobbiamo continuare a lavorare partita dopo partita per riuscirci».

LECCE – «Partiamo col dire che il rigore non c’era proprio. Poi ci sono state delle polemiche ma non sta a me giudicare. Servivano i tre punti e sono arrivati, con questa serie di vittorie ci siamo ripresi quanto avevamo perso. Ora bisogna restare sul pezzo».

PARARIGORI – «Sto cercando di migliorare su tutto piano piano, non mi considero un pararigori ma spero di poterlo diventare. Non ci sono grandi segreti sui rigori, con Grigioni studiamo i tiratori e poi sul momento decido dove tuffarmi. Domenica? Avrei preferito non prendere gol ed evitare di fare 8 parate, sì è vero. È un peccato subire due gol quando si è giocato bene e tenere la porta inviolata dà maggiori garanzie alla squadra, raggiungendo un certo tipo di immagine difensiva potremo arrivare in Champions».

SCONFITTA PIù BRUTTA – «Ci sono la mia prima finale di Coppa persa contro la Juve e la sconfitta di Salisburgo, ma quella con l’Inter il 20 maggio mi ha lasciato la sensazione più brutta della mia carriera. Venivo da una settimana infernale per un dolore alla schiena e non ero sicuro di poter giocare, temevo di non poter aiutare la squadra».

CRITICHE – «Non le ascolto, non vedo e non sento. Quando mi dicono che sono qui solo perché Tare è albanese penso: meglio criticano me piuttosto che la squadra. I pregiudizi ci sono sempre».

LA PARATA PIù BELLA – «Il rigore parato a Dybala all’Allianz Stadium, soprattutto per il significato: parata all’ultimo minuto,e non vincevamo lì da 15 anni».

 

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