Montesano: «Laziali, Roma è nostra! Vi spiego perchè sono biancoceleste» - VIDEO - Lazio News 24
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Montesano: «Laziali, Roma è nostra! Vi spiego perchè sono biancoceleste» – VIDEO

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La prima parte dell’intervista all’attore e tifoso biancoceleste Enrico Montesano che spiega cos’è la Lazialità

Derby. Tra un momento di vita e l’altro, questo è il concetto che si ripete in questi giorni nella mente di ogni tifoso capitolino. Giallorosso o biancoceleste, non fa differenza. Il countdown è partito da un pezzo, la pausa nazionali non sta facendo altro che aumentare l’ansia di una città, che attende questo match da inizio stagione: Roma-Lazio, eccolo finalmente. La Romanità contro la Lazialità. Due mondi tanto vicini, quanto distanti. Due stili completamente diversi fra loro, in grado di rendere una semplice partita di calcio in un incontro singolare, in un intreccio di storia e tradizione. Per spiegare al meglio questo dualismo, la redazione di Lazio News 24, grazie all’archivio di Sport Review, ha volutamente ripreso un’intervista rilasciata sul finire degli anni Novanta (in occasione del centenario del club) da Enrico Montesano. Attore amatissimo e simpaticissimo, simbolo della veracità romana, tifoso sfegatato della Lazio e da sempre vicino all’ambiente laziale. Chi meglio di lui può spiegare cosa si intende per «Lazialità»!?. Ecco dunque la prima parte del dialogo:

Cosa vuol dire essere laziali a Roma?
«E’ una domanda curiosa, che mette un po’ in imbarazzo. Come si è detto ampiamente, a Roma è nata prima la Lazio. Quindi la vera domanda dovrebbe essere: “Come ci si sente ad essere romanisti a Roma, ovvero nella città in cui il calcio è stato portato dalla Lazio?”. I padri fondatori scelsero questo nome, “Lazio”, perchè molto probabilmente erano grandi conoscitori della storia. Quando Enea sbarcò sulle coste dei lidi laziali, Roma ancora non esisteva. C’era però la vasta regione del Latium Vetus. Essere quindi tifosi della Lazio, significa un po’ essere figli degli dei».

Ammetterlo pubblicamente è stato facile?
«Bisogna dirlo. Dichiararsi, per me, è stata una scelta di coraggio. Sono laziale dal 1952, quando con mamma abitavamo alla ‘Garbatella’, che è un quartiere romano e romanista. Di fronte abitavano i genitori di un portiere della Roma, lo chiamavano ‘Er Palletta’. Mi pare fosse Albani. La popolazione giallorossa faceva simpaticamente il funerale ai biancocelesti dopo una sconfitta al derby. Io sono diventato laziale da quella volta. E’ stata una scelta di libertà, di indipendenza. Volevo essere con “gli altri”, non con la maggioranza. E’ un po’ come in America, tra Indiani Pellerossa e Cowboy».

Nella seconda parte della conversazione Enrico Montesano esprime il suo giudizio sulle bandiere della Lazio (dal presidente Umberto Lenzini, all’allora giovanissimo Alessandro Nesta) e racconta del suo rapporto con Tommaso Maestrelli e Giorgio Chinaglia.

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