Greta Beccaglia: «Non perdono l’uomo che mi ha molestata»
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Greta Beccaglia: «Non perdono l’uomo che mi ha molestata»

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Parla Greta Beccaglia, la giornalista molestata in diretta tv dopo Empoli-Fiorentina: ecco tutte le sue dichiarazioni

Greta Beccaglia, la giornalista di Toscana Tv molestata in diretta da un tifoso dopo Empoli-Fiorentina, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport dove ha parlato di quanto accaduto.

NESSUN PERDON – «Non voglio nemmeno nominarlo. Ho già fatto il mio dovere denunciandolo, ho saputo che si è scusato ma non mi interessa. Il suo è stato un gesto grave. Ha toccato il mio corpo senza averne il permesso, è stato scioccante e io sono stata fortunata. Ero in diretta davanti a una telecamera. Ogni giorno accadono cose di questo tipo a ragazze che non hanno la possibilità di difendersi, che non hanno prove video della molestia subita. E per questo la mia denuncia è anche per loro». 

INDIFFERENZA – «L’indifferenza delle persone lì attorno, come se fosse una cosa normale. Io sono contenta di come ho reagito, di non aver dato in escandescenze. Ma sono cresciuta così, con una famiglia che mi ha trasmesso valori importanti come il rispetto per gli altri e la solidarietà». 

CARRIERA DA GIORNALISTA – «La mia carriera di giornalista è iniziata quasi per caso, ho iniziato a lavorare in studio e pian piano mi sono appassionata a questo mondo: il calcio mi piace tantissimo, mi piace raccontarlo. Mi piace trasmettere le emozioni, le passioni che una squadra di calcio, una partita, può suscitare». 

NON GENERALIZZARE – «Non voglio fare assolutamente di tutta l’erba un fascio. Quell’uomo e gli altri che si sono comportati male non c’entrano coi tifosi veri da cui invece ho ricevuto tantissime testimonianze di affetto e solidarietà. Ho fatto altre dirette fuori dallo stadio, e non era ma accaduto nulla. Infatti sono tornata subito al lavoro, allo stadio, anche se il mo vero ruolo è quello di conduttrice». 

REAZIONE IN STUDIO – «Giorgio per me è un padre professionale, e sono certa che quella frase, seppure infelice, l’abbia pronunciata con un altro intento. Voleva dirmi di stare calma, di non spaventarmi. Infatti appena ha capito cosa stesse succedendo mi ha difeso. Anche il cameramen, poverino, non sapeva che fare in quel momento». 

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